Nella spirale dei giorni ho trovato
te squartando lembi di nostalgia,
allontanando lunghe ragnatele
con le mani, facendo un po' di luce
con questa mia troppo labile torcia.
Alla conchiglia vuota del passato
ho chiesto spesso conforto leggendo
nella sua spoglia con l'ebbrezza folle
dell'indovino - meglio delle viscere,
degli olocausti immolati invano.
È in tuo nome che vivo, è in tuo nome
che ogni mattino viene battezzato.
REBECCA KOURY, “SPIRAL II”
2012
2 commenti:
....bella idea....una poesia che "avvolge"...e si svolge con grande "quotidianità".
ciaoo Vania :)
la spirale dei giorni è simile a quella interna alle conchiglie
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