La sera, ora che i giorni sono lunghi,
mi affaccio alla finestra e come Emily
Dickinson mi bevo il tramonto in tazza.
Resto a guardare il crepuscolo scendere
tra le montagne e le pianure come
una dolcissima nebbia rosata.
E il pensiero vola via leggero,
come una barchetta di San Giovanni
galleggia su quel mare senza fine.
2018
Il crepuscolo allaga la pianura,
le memorie del giorno sono in fila
come un esercito di soldatini
disfatto dal passare delle ore.
Le enumeri, le valuti nell’ottica
della distanza - anche i rallentamenti
sulla A4 non hanno più quel sentore
di cupa impotenza, ora si dissolvono
nell’ultima luce e diventano nulla
mentre brilla la stella della sera.
2018
I riflessi dorati di lontane
città mi abbacinano - sono terre
del ricordo o del sogno o appartengono
ad entrambe in una sinestesia
della memoria che sa come fondere
inspiegabilmente passato e futuro?
Provo a osservarli, un po' sbigottito
come il carovaniere nel deserto
che si imbatte nel miraggio dell'oasi.
2018
Perché scrivi poesie? un’altra volta
mi hanno chiesto. Per non dimenticare
le emozioni che provo. Le catalogo
come chi colleziona francobolli
o farfalle, ritorno ad ammirarle
dentro l’album e ritrovo le stesse
sensazioni, riprovo l’illusione
di aver sorpreso nuda la realtà.
2018
Il crepuscolo di giugno persiste
con la sua luce di pesca e di menta
sulle colline azzurre della sera.
Riempie la finestra di dolcezza.
È lì che puoi trovarmi, se guardassi
dal balcone di casa, lì nell’ultimo
chiarore del cielo - l’innamorato
che non vorrebbe mai andare via…
2018
Accorda il tuo favore alla luna,
lascia aperte le possibilità
- la dea che ci guarda da lassù,
osserva benevola i nostri baci.
Il tuo corpo poggiato sulla duna
è il tramite con la terra, ne fa
un ponte con il cielo, di cui tu
e io siamo amorosi seguaci.
2018
Il cielo poggia su queste dolcissime
colline come quando poso il capo
tra i tuoi seni e mi lascio consolare
e rimango a sognare il paradiso.
È lo stesso amore che gonfia i campi
e li riempie di messi, quel frumento
già pronto per la raccolta, i papaveri
che tingono di rosso il declivio.
2018
Sorridi dentro una fotografia
e il tuo sorriso illumina il mondo
- il mio mondo almeno, questi giorni
che colori con la tua esuberanza,
che tingi di rosso con il tuo amore.
Resto a guardare la fotografia
inorgoglito della tua presenza,
e quei centimetri di pixel sono
un angolo del mio paradiso.
2018
Camminiamo insieme per queste strade
di luce e vento - siamo i simulacri
di altri due che fummo e si macerarono
in altre storie, dentro altri ricordi.
Andiamo nella luce del mattino
cercando un bar dove dimenticare
il passato e ricominciare a vivere,
due farfalle uscite dalla crisalide.
2018
Vai rincorrendo i sogni di ieri - resta
il profumo di gelsomino acceso
nell’aria rinfrescata dalla pioggia,
resta quel sentimento indefinibile,
come un discorso sul sesso degli angeli.
Ma ancora guardi le gocce cadere,
infilare catenelle d’argento,
convinta di potere afferrare
quel misterioso senso che ti sfugge.
2018
Insegui le parole dentro te,
navighi tra i flutti, tra le Sirene
e i Leviatani, tenendo le vele
al vento dall’alba al tramonto, quando
torna a turbarti il volto di Nausicaa.
Sei Odisseo e dalla tolda del giardino
osservi il mare notturno ondeggiare
di migliaia di lucciole tra l’erba.
2018
Questa notte che profuma di tiglio
e dissemina di lucciole il prato
adornando un velluto con le perle
nasce nel tuo nome e nel tuo pensiero.
La luna sale da nuvole chiare,
la guarderai anche tu dalla finestra,
dietro la balaustra del balcone?
Ti dirò domani che sembra avorio.
2018
Analizzi le tue prospettive
seguendo un oroscopo del cuore
- le stelle le conosci: le hai fissate
tu come dei quadretti alle pareti,
l'adobe messicano, cartoline
di Venezia, la spilla di New York.
E ogni volta che ci pensi, li chiami
sogni tracciandone precise rotte.
2018
La mattina profuma di tiglio - forse
ho dormito poco e sento gli odori
in questa sinestesia che accende
il ricordo e vi associa già il tuo viso.
Ti so lontana oggi, accorsa in viaggio
al fascino di città che conosco,
e riemergi per incanto da questo
profumo che impregna i fili dell'anima.
2018
Viaggiamo insieme nei nostri discorsi,
voliamo in città reali che rivestono
i sogni - i merli di antichi castelli,
i laghi che inghiottono montagne,
le mura che assediano il Medioevo,
vetri di grattacieli americani.
Ci teniamo per mano su quei poggi,
su quei ponti, su quelle rive dove
non siamo e forse non saremo mai…
2018
E quando parli navigo veloce
lungo le rotte del tuo accento, scivolo
sulle E misteriosamente aperte
e sulle O correttamente chiuse,
affondo dentro i maelstrom del dialetto
- tu lo sai, io sono sempre il tuo Odisseo
e tu sei la Sirena che mi tenta
con il canto delle sue intonazioni.
2018
Sei nella pioggia di fiori che bagna
il giardino d’estate, nella luce
che adesso scende a illuminare il tavolo.
Sei nei tramonti, quando i giorni sono
ormai vinti e si abbandonano al sogno,
sei nei mattini freschi di poesia.
Sei nelle notti, sei nei miei pensieri
e ogni cosa mi parla di te, amore.
2018
Vestito di tutto punto sul cavo
della porta, sospeso in questa luce
che taglia a metà passato e futuro,
con un libro in mano ti offro la mia
dedizione - tu prendila, tu ponila
in un vaso, annaffiala d’amore,
nutrila dei sospiri dell’attesa
e vedrai che infine fiorirà.
2018
Una conchiglia posata sul tavolo,
piccolo sogno di mare lasciato
a dormire sul legno levigato,
basta a evocare parole perdute.
Il tuo ricordo nasce come Venere
nel dipinto di Sandro Botticelli,
emerge sopra tutto, si riprende
la mia mente, la riempie di te.
2018
Sotto cieli di nuvole spumose
il mare apparso oltre la passeggiata
era già memoria - eri già memoria
tu che aspettavi sotto l’ombrellone.
In quel momento già sapevo che
la borsa di paglia e i tuoi short appesi
sarebbero entrati nel mio mito.
Sei rimasta la dea del ricordo.
2018
Da questi sogni ad occhi aperti sboccia
un mondo di lune e di arcobaleni
che stracciano cieli di bianche nuvole.
Tu danzi al ritmo del vestito rosso,
rosa di flamenco, signora nobile
di tutti questi miei castelli in aria.
E puntelli le bolle di sapone,
ne ricuci le crepe quando scoppiano.
2018
La poesia è la luce che si riflette
sulle elitre di smeraldo cromato
della cetonia - un piccolo miracolo
di metallo nel cono di una calla.
Ti sorprende con la sua bellezza,
ti invita a avvicinarti a quel colore
brillante, a quei riflessi trascendenti
e ti regala ancora un'emozione.
2018
La luna ci parla - dal suo triclinio
di dea pontifica sull’amore
che ci lega, illumina con i raggi
quel filo che nessuno vede e dice
le parole che vogliamo sentire.
«Sono già incise dentro i vostri cuori»
sussurra da una nuvola leggera,
«basta soltanto che le ricordiate».
2018
La notte adesso è finita e gli uccelli
cantano la preghiera del mattino
- l’amore è inciso sulla nostra pelle,
marchiato a fuoco sopra i nostri cuori.
Il giorno gioca a palla con il sole,
lo fa salire sopra la pineta
- il tuo corpo e il mio corpo per strada
serbano memoria di me e di te.
2018
Macina tempo il mulino e inargenta
cieli - la memoria ha un gusto di ferro
e pone sui tuoi seni bianche nuvole,
stendardi di un Don Chisciotte mai vinto.
Sogno o ricordo, segno o desiderio?
I fili si sono ingarbugliati,
districarli è divenuto impossibile.
Avanzo verso il giorno e tu sei notte.
2018
Il giardino nella notte di giugno
è un vestito di seta tempestato
di brillantini - sì, il tuo quando balli
nelle sere d'estate sulla spiaggia.
E allora, se dobbiamo dirla tutta,
il giardino nella notte di giugno
è un bellissimo mare dove le onde
brillano alla luce della luna.
Le lucciole sono già una poesia...
2018
L’antico treno a vapore ritorna
la domenica mattina a percorrere
le rotaie - sono Guido Gozzano
nel sole che dipinge primavere,
il tempo sembra essersi smagliato,
il passato colato nel presente.
Poi il grasso fumo nero di carbone
svanisce e torna a essere il Duemila.
2018
La luce del tramonto è un chiarore
di pesca sulla valle, un’ombra appena
sopra nuvole azzurre come raso
posate sulle montagne di Lecco.
Da questo poggio i laghi sono pozze
che il vento increspa e le case minute
costruzioni di un plastico, la luna
una spilla d’oro a fermare il cielo.
2018
“Perché il darti pensiero
di me ti sembra amore”.
ALFONSO GATTO
La luna batte sopra la finestra,
le stelle già si accendono nel cielo,
il vento muove gli scacchi dell’ombra.
E mi pensi, ti domandi che cosa
io faccia in questo preciso momento,
mi immagini forse davanti a un film.
E ti penso anch’io e mi chiedo cosa
tu faccia, forse navighi o disegni.
No, non sembra amore, Gatto. Lo è.
2018
Petali di rosa lungo il sentiero,
un augurio profumato per voi
che camminate insieme - le città
che vi attendono, i giorni colorati
sono lì davanti, come quel tratto
di lago che si scorge da quassù.
Riempite i calici, lanciate il riso:
si brindi alla vostra felicità.
2018
