Visualizzazione post con etichetta suite per un amore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta suite per un amore. Mostra tutti i post

domenica 12 giugno 2011

Il silenzio cadeva come un gelo

Era nelle parole che non dissi
il limite, la linea del destino
tracciata come quell'immaginario
filo tra i pali per la balneazione.
il silenzio cadeva come un gelo,
seccava le piantine di un amore
che germogliavano appena, faceva
nere le loro punte, le uccideva.
E lei sospesa dentro quella vita
divenne come una nave in bottiglia.
Forse sarebbe bastato che parlassi,
ma il silenzio tesseva ragnatele.

 

Fotografia © Tom Weber

 

2011

mercoledì 23 marzo 2011

Come una frana in un pugno di vento

Lo sapevamo che sarebbe stato
un castello di sabbia: scendevamo
per le sue ripide scale e già friabili
erano i gradini, sotto i suoi passi,
sotto i miei, morso a morso sbriciolavano
come una frana in un pugno di vento.
Ma nonostante tutto continuavo
a sostenere la mia parte e lei
teneva la scena - il nostro amore
recitato a soggetto proseguiva
su un palcoscenico oramai in sfacelo.
Noi stessi eravamo le nostre maschere.


image

Fotografia © Flo280589


2011

venerdì 4 febbraio 2011

Albeggia, sono trascorsi anni ormai

Albeggia, sono trascorsi anni ormai.
Non è più l'appartamento del mare
ma la mia vecchia casa di collina.
Lei, non l'ho più incontrata - solamente
una volta mi è sembrato di scorgerla
dalle parti di Via Spallanzani:
non era lei ma un ricordo spettrale
nelle dolci strade di primavera.
Non c'è bisogno: lei torna ogni sera
nei rossi tramonti a spargere sale
sulle ferite non rimarginate.
Ma adesso albeggia e la mia mente è chiara.


image

Fotografia © Daniele Riva


2011

giovedì 3 febbraio 2011

Io la guardavo nella luce incerta

Nel doloroso crepuscolo tutto
si consumò. L'addio era una barriera
che illanguidiva fragili promesse
e parole oramai vuote, lasciava
presagire già la malinconia,
tristi scene di solitarie sere.
Io la guardavo nella luce incerta
mentre il mare violentava scogliere
«E ti ricorderai di me» mentivo
per lei, sfiorando il suo viso con dita
tremanti. I nostri domani sbattevano
nel vento come fogli di giornali.

 

Fotografia © Todd Gipstein

 

2011

mercoledì 2 febbraio 2011

Con i baci ci rubavamo l’anima

Risplendevano stelle luminose
e il mare intonava il suo canto magico.
Era una notte senza tempo, scesa
sulle scintille rosse di un falò.
Nuvole basse sporcavano il cielo
dove una mezza luna di metallo
raddoppiava i suoi raggi tra le onde.
Nel silenzio suonavano gli schiocchi
delle fiamme, il battito del suo cuore
che pulsava con il mio all'unisono.
Con i baci ci rubavamo l'anima
sognando non albeggiasse mai più.

 

Fotografia © Ephemeral Isle

2011

lunedì 31 gennaio 2011

Sulle bandiere accese dal libeccio

Sentivo il tempo trascorrere lento
sulle bandiere accese dal libeccio.
lento nel pomeriggio di parole
e noia, nel volo alto dei gabbiani,
nel pallido danzare delle vele
ma troppo rapido per chi voleva
vivere nel momento, come noi.
Sognavo di inchiodare le lancette
del gigantesco orologio, di scioglierlo
come se fosse un dipinto di Dalí.
Ma nulla accadeva e lei si allontanava
nel flusso dei secondi inesorabile.


Maurice Empi, "La plage aux drapeaux"


2011

sabato 29 gennaio 2011

I deboli fili del nostro ordito

Le sere che scavavano nei cuori
ci conducevano nella cupezza
- perché ai giovani la malinconia
così spesso è compagna? Non dovrebbe
essere un’allegra spensieratezza
la sposa dei loro giorni felici? -
Il tempo già scorreva, rovesciava
sabbia nella clessidra, recideva
i deboli fili del nostro ordito.
Io la abbracciavo e già passavo oltre,
la stringevo e andavo solitario
su vie dove si allungava la sua ombra.

 

Fotografia © Bigbonton

 

2011

venerdì 28 gennaio 2011

E volteggiavo con lei lungo il nulla

Mi faceva impazzire l'espressione
imbronciata che indossava nel sonno,
una bambina cui la madre neghi
il capriccio dell'ennesima bambola.
Rimanevo a guardarla: il luminoso
biancore della notte era la luna,
erano i fanali del lungomare
erano quei suoi sogni che sognavo.
Indossavo i suoi seni germoglianti
e volteggiavo con lei lungo il nulla,
sugli impervi sentieri dell'inconscio
avvolgendola nel mio abbraccio dolce.


image

Fotografia © White Love


2011

giovedì 27 gennaio 2011

Sulle altalene rosse della sera

Spingevo lei e il suo cuore di ragazza
sulle altalene rosse della sera
quando l'aria sapeva di pulito
e il cielo scivolava tra le dita
come un velo di tulle. Le sue risate
erano piccoli chiodi a sigillo
dell'amore, bruciavano nell'anima
cauterizzando antiche ferite.
La cicatrice che avrebbe lasciato
lei ancora non c'era, spensierati
camminavamo mano nella mano
ascoltando la notte che cadeva.


image

Fotografia © Faccialibro Tales


2011

lunedì 24 gennaio 2011

Riflessi mi abbacinavano gli occhi

Nello sbiancare salmastro dell'alba
raccoglievo conchiglie e riflessioni
abbandonando il suo sonno biondo
alle lenzuola rigonfie di sogni
come l'osso di seppia trasportato
a riva dall'ultima mareggiata.
Isolarsi per più appartenersi,
essere l'uno dell'altra, lasciarsi
portare come legno dai marosi.
Pensavo e respiravo l'aria secca,
riflessi mi abbacinavano gli occhi
- così anche la mia mente era abbagliata.

 

Fotografia © DR

 

2011

domenica 23 gennaio 2011

Il peso della gioventù era un sasso

Evaporava il gusto della notte,
le luci vivide del lungomare
galleggiavano nella sua aranciata,
iridavano nelle goccioline
minute del mio bicchiere di birra.
Il peso della gioventù era un sasso
posato sul declivio delle anime,
lì lo lasciammo parlando in sospeso
dei giorni del domani come se
non a noi appartenessero ma ad altri
due come noi seduti a quel tavolo.
Non sapere quel tempo ci costò.


image

Fotografia © Santino’s Bar


2011

sabato 22 gennaio 2011

Sapevano di shampoo i suoi capelli

Il neon verde tingeva la veranda,
un quarto di luna affettava il cielo
in nuvole leggere come piume.
Si dondolavano i nostri discorsi,
andavano al di là dei cruciverba,
incasellavano carte da gioco
e quelle carte erano i nostri giorni,
breve passato narrato alla notte.
Sapevano di shampoo i suoi capelli,
respiravo il verde aroma di mela
e mi chiedevo se adesso baciarla
sarebbe stato saltare nel vuoto.



Dipinto di Steve Hanks


2011

venerdì 21 gennaio 2011

Distrattamente l’oscura ragione

Seguivamo il paziente veleggiare
del vento, il corso leggero del tempo.
Il suo costume di Lastex rubava
i colori del cielo al tramonto,
i suoi occhi padroni del mio amore
mi scrutavano dentro - forse l'anima
ancora traspariva dentro i miei.
Distrattamente l'oscura ragione
si intrufolò tra noi, prese i discorsi.
Sulle sue gambe nude disegnavo
righe di sabbia e sapevo – sapeva -
che eravamo perduti, ormai divisi.

 

Fotografia © Salvador - Bahia – Brazil

 

2011

giovedì 20 gennaio 2011

Il gioco accelerato di endorfine

Le rubavano il cuore le risate
dei ragazzi con la chitarra e il bongo,
io seguivo la musica volare
nell'aria con le sue ali di libellula,
il plettro che danzava sulle corde.
Dentro di noi il rubino del tramonto
dipingeva riflessi e chiamavamo
amore quell'euforia dolce e nuova,
il gioco accelerato di endorfine.
Scese la spuma della sera, il vento
ci bruciava la pelle, bruciava
di più il bacio rimasto sulle labbra.

 

Paul Milner, “Day dream II”

 

2011

martedì 18 gennaio 2011

Caso identificato tra miliardi

Era d'estate e il sogno si versò
in strada, prese sembianze di sole
tornato a splendere dopo la pioggia.
Lei camminava come una dea, i seni
la spingevano avanti, verso me.
Il saluto scambiato era già inciso
nel tempo, era già scritto nelle stelle,
caso identificato tra miliardi
giunto a sconfiggere teorie del caos:
io e lei e l'azzurro del cielo a sancire
il nostro amore fiorito quel giorno.

 

Odilon Redon, “La nascita di Venere”

 

 

2011