La domenica di cieli azzurri
dove galleggiano bioccoli bianchi
ci invita ad uscire, ad abbandonarci.
Così ci perdiamo per le stradine
che costeggiano il fiume e si disperdono
nei sentieri colorati di primule.
Annusiamo la vita come cani,
risaliamo ansanti alla civiltà
di macchine rumorose e tralicci.
Subito riconosciamo i suoi inganni.
2013
“Senza prima né dopo.
Ed il verbo nacque.”
VICENTE ALEIXANDRE
Cantami i cieli ed i loro colori.
Canta l’inverno, il sole e le stagioni.
Canta il giorno e la notte, luna e stelle.
Dimmi i nomi degli alberi e dei fiori,
dimmi da dove provengono i suoni,
quante strade contiene la tua pelle.
Ed io sarò, per bocca tua sarò.
Ed io sarò, per mezzo tuo sarò.
2000
Mi chiamano le tue labbra di fuoco
e luce, e la sorpresa - oh, la sorpresa! -
come un'onda ogni volta mi travolge,
la grande sorpresa di essere amato.
Così quando ritorna primavera
a fiammeggiare verde nei giardini
similmente il mio cuore di bambino
anno dopo anno si meraviglia.
2013
Andavamo senza peso nell'aria
- multicolori farfalle, leggeri
semi di tarassaco, bianche nuvole
migranti in un cielo di primavera.
I nostri corpi erano gusci vuoti,
erano dei lontani simulacri
che si muovevano nel loro spazio
per uscire da se stessi e rinascere.
Stavamo solo facendo l'amore.
2013
La soluzione è errata, dici: vivere
in fondo non può essere matematica
o scienza, deve in qualche modo astrarre
dalla chimica, oltrepassare il segno
della fisica, la gabbia di ferro
della logica. Intanto accavalli
le gambe e la gonna risale un po'
scoprendo l'ansa bianca del ginocchio.
Ingenuamente ti chiedo cos'è
vivere. Sorridi: vivere è amore.
2013
Dov'è finito quel guscio di chiocciola
in cui ti rintanavi ed aspettavi
che lei curiosa venisse a cercarti?
Il tempo, tu dirai. Il tempo e la vita
cambiano le persone, ridisegnano
i loro volti, come monti e fiumi.
Eri una Fenice, dalle tue ceneri
sei risorto diverso - tutto qui.
2013
Essere due per ingannare il mondo,
infilare in sciarada uno più uno
e camminare sotto un solo ombrello
nella pioggia di questa primavera.
Essere due per diventare uno
nei gesti senza voce dell'amore
e dopo rimanere abbracciati
per non sciogliere più quell'unità.
2013
