Brucia la sera il suo incenso rosato
sopra l'altare della primavera
- l'aruspice del giorno è la bambina
che inanella bolle di sapone
nella nuova luce dopo la pioggia.
I nostri sogni - la guardo e penso -
i nostri sogni sono quelle bolle
che volano leggere nel tramonto:
qualcuna scoppierà, qualcuna andrà
chissà dove nel vento della sera.
2013
Guardi il futuro come guarderesti
il mare dalla coffa di un veliero,
i giorni di domani li accatasti,
ne trai presagi e provi a divinare
sui riflessi dorati delle onde.
Terre lontane hai sulla tua rotta
arcipelaghi - morgane? - che appena
intravedi spuntare nella nebbia.
2013
Quanto vorrei farmi piccolo piccolo,
entrare nel labirinto dei tuoi
occhi e perdermi nei tuoi sogni, quando
la notte abbandoni i miei abbracci e fuggi
in territori inesplorati, certo
misteriosi per la mia conoscenza.
Mi accontento di guardarti dormire
mentre la luce della luna insinua
i suoi raggi nel tuo dolce sognare.
2013
Nella mia vergine memoria allora
il tempo ancora non si era insinuato,
non aveva frapposto il piede come
un qualunque importuno venditore.
Vivevo ogni giorno come promessa,
scoprivo i suoi segreti e nel recondito
sottobosco respiravo quell'aria
così nuova, riempivo tutti i vuoti.
Fu quando ti incontrai che ebbi memoria,
fu quando ti lasciai a guardare il mare
che fissai un punto d'origine al tempo:
divampò lì l'incendio del ricordo.
2013
I salici fioriscono d'argento:
li abbiamo osservati a lungo tingere
finalmente la sponda dove curva
con la dolcezza di un seno di donna.
Abbiamo riso felici nel sole
come bambini, in questo sole nuovo
che risveglia le piante e ci avvicina
e ci fa vivere come in un sogno.
2013
A questa notte di stelle miniate
dalla tramontana ci ha condotto
la vita, come conduce a Parigi
o a Barcellona quell'aereo lassù.
Una sera normale, come tante.
È sera senza infamia e senza lode,
ancora non accesa dalla grazia
della primavera, ancora illesa.
Che cos'ha allora di particolare?
Nulla... Soltanto che in essa ci amiamo.
2013
