Cade la pioggia sul canto del cuculo
- la sua voce è invocazione d'amore,
come la mia che ti chiama e ti dice
parole che forse ho solo sognato.
Fiorisce il sabato sera di luci
- dalla finestra guardiamo la strada
di miele, gli avventori del bar persi
nel fradicio viavai degli ombrelli.
Mi abbracci, ti stringi a me - mi abbandono
al tuo corpo - una spoglia di conchiglia
portata a riva dalla mareggiata.
KEI OMOTAKA, “HUG”
2013
2 commenti:
..immagini ben definite...come "definita" è l'invocazione.
...più che una poesia ...un succinto/definito racconto.
ciaoo Vania:)
potrei scriverci un racconto... bella idea
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