La tua voce mi chiama da lontano.
Di là, nell'altra stanza, dal balcone,
da fuori, forse oltre la finestra
nel giardino chiaro di primavera.
La tua voce, la tua luce - presenza
nell'assenza - la tocco quasi, posso
sentirne il tono dolce di velluto.
E stavo per rispondere, dire «Eccomi»
Ma la ragione, quella belva crudele,
mi ha imposto la pena del disinganno.
TIMOTHY EASTON, “SPRING WINDOW”
2012
4 commenti:
...bella/ammaliante la poesia...d'altronde come hai scritto dall'etichetta illusione.
.. come bella la foto anche se l'avrei preferita senza il gatto.:(...:))...porta pazienza.;))
ciaooo Vania
grazie...
Anch'io avrei preferito senza gatto, ma era lì...
Ha radici profonde la tua sofferenza. Solo l'amore per ciò che è stato può aiutarti nel presente. Vicina come posso. Asia
Grazie, amica mia. Ti so vicina...
Posta un commento