Ascolto il canto della notte: un grillo
che intona serenate a un filo d'erba,
la voce del fiume in lontananza
come continua monotona danza,
un cane che abbaia alla luna o alle ombre,
qualcuno che tira tardi e disperde
i suoi passi sul pavé della strada.
E soave qui, accanto a me, il tuo respiro
che tranquillo segue le vie del sogno.
2013
La poesia è la tua incarnazione: cresci
in essa fino a diventare la sola
verità possibile, unica voce
che costruisce ponti tra la realtà
e il sogno, tra i ricordi e le illusioni.
Non è lo spettro di te, non è il vano
racconto fatto al silenzio del mondo:
sei davvero tu, nuda come rosa,
vera come la spina che mi lascia
la goccia di sangue sul polpastrello.
2013
Il temporale è passato lasciando
in eredità al tramonto arcipelaghi
di nuvole fumose in un mare
in fiamme come per una battaglia.
È battaglia di dei naturalmente,
è battaglia d'amore, mentre il Sole
guida il suo carro oltre le colline
e Venere si immerge tra le spume.
2013
Rintoccano campane nel mattino
disteso ad asciugare sopra i fili
del telefono, strofinaccio azzurro
usato per cancellare la notte.
Luglio brucia le sue strade e conduce
a memorie di sabbia e mare, quasi
senti il soffio salino nella brezza
ma è il fiato aspro della nostalgia.
2013
Noi a calcolare con fedi matematiche
la nostra affinità sapendo bene
che le formule mentono, che solo
l'amorosa alchimia è in grado di dire
perché rimaniamo allacciati, avvinti
in un'unità di due mezzi invece
di andare per il mondo come vacui
fantasmi ubriachi di solitudine.
2013
Il tuo nudo rosato alla finestra
in gara con il cielo del crepuscolo
attraversa la sera come folgore.
Sei la luce promessa a questa notte
che verrà con passi lenti d'estate
a disegnare stelle sulla volta.
Sarai l'amore tu e spegnerai
la mia sete, poi diventerai sogno.
2013
Fai tintinnare queste tue parole
di rame nella sera, monetine
che discendono nella gola e fremono
come la luce che si va sciogliendo
sul candeliere blu dei pini atlantici.
Gareggi con i cinque centesimi
del sole che adesso infila la valle
salvadanaio e scivola nell'ovest.
Bello come un dio ora si inabissa
e tu, mia dea, mi parli del tuo giorno.
2013
