“ἐν ἄνθεσιν ᾤριμον ἄνθος”
MELEAGRO, Antologia Palatina, V, 144 *
Fiorisce il tulipano nelle piogge,
è un mare d'oro il campo dei ranuncoli,
l'iris dipinge le aiuole di blu
ma lei, lei che vive del mio amore
e che con i suoi sguardi lo alimenta,
lei è la rosa rossa che è sbocciata
sugli steli spinosi del roseto.
E vano è lo splendore dei giardini:
lei vince tutto, lei è l'amore.
Fotografia © iPadfiends
2011
* Fiore che si apre in mezzo ai fiori
Se decritto gli oroscopi dal canto
del gallo nel chiarore del mattino
e li ho dimenticati quando il fondo
del caffè infine resta nella tazza
è perché ogni pronostico si accende
e ti contempla tra tante variabili.
Che sia presenza, ricordo o speranza,
memoria o desiderio, tu ci sei.
Fotografia © Super Stock
2011
Quella che avevi creduto montagna
adesso che la guardi da lontano
si rivela soltanto una collina.
Ti ingannava il tempo, il suo silenzio
apparente è in realtà muto fragore,
tutto ciò che tocca riduce in polvere.
Vai salendo per un altro versante,
per un'altra collina. O è una montagna?
Fotografia © DR
2011
Il cielo è un'azzurra madreperla
dove nubi iridescenti si inseguono
come bolle di sapone soffiate
nell'aria. Posso sentire la pioggia
avvicinarsi leggera, è nel vento
che sfiora i tigli come una carezza.
È in momenti così che più mi manchi,
quando mi volto come a dirti «Hai visto?»
senza pensare che tu non sei qui.
Fotografia © Daniele Riva
2011
Sale dal prato l'orbettino e tenta
di sfuggire al bastone che lo bracca:
finisce con il rintanarsi al fresco
di un sottoscala quasi inaccessibile.
E quante volte ho fatto anch'io così,
quante volte mi sono chiuso a chiave
nel mio guscio di chiocciola, schivando
l'altro che avrebbe potuto portare
il colpo o delicatamente prendermi.
L'ho lasciato... sarà tornato in fretta
nelle tranquille tane del roveto.
Fotografia © Marek_bydg
2011
Si avvinghia il cielo al verde dei castagni,
il biancospino è fiorito e vi corre
la lucertola con il batticuore.
La pietra antica della balaustra
trattiene già i raggi di sole, dici
che piacevole è il contatto alla mano.
La vertigine non è nel paesaggio
dipinto, non è il vuoto spalancato
oltre le colonnette di granito.
La vertigine è sentirti vicina.
Jack Vettriano, “Mr Cool”
2011
