Il tuo nome caduto nel sospeso
riemerge come quelle vecchie scritte
sui muri nelle giornate di pioggia.
E la calce con cui l’ho cancellato
è un impasto di giorni e di passioni,
è il lungo vivere chiamato oblio.
Ma in qualche parte di me sopravvive,
come scarabocchiato sopra un libro
o inciso a temperino sotto un banco.
Eccolo lì, vulcano che si sveglia
e scaglia in aria cenere e lapilli
a ricordare un antico amore.
FOTOGRAFIA © DEMILKED
2005
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