La tua voce mi chiama da lontano.
Di là, nell'altra stanza, dal balcone,
da fuori, forse oltre la finestra
nel giardino chiaro di primavera.
La tua voce, la tua luce - presenza
nell'assenza - la tocco quasi, posso
sentirne il tono dolce di velluto.
E stavo per rispondere, dire «Eccomi»
Ma la ragione, quella belva crudele,
mi ha imposto la pena del disinganno.
TIMOTHY EASTON, “SPRING WINDOW”
2012