Immagina una macchina da presa
che zoomi un po' alla volta sulla folla
- piccoli scatti, da una posizione
sopraelevata sì, ma laterale.
E ogni scatto in avanti si avvicina
alla folla, restringendone il campo:
diecimila persone, cinquemila,
mille, settecento, duecento, trenta...
Quando arriva a una quell’una sei tu.
E questo è il meccanismo dell’amore.
MICHAEL ROUGIER, “TOKYO, 1964”
2017
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