I.
Montevecchia è un ciuffo scuro laggiù
dove la sera comincia appena
a scendere - e dove sarai tu?
Lo chiedo ai peschi oltre la ringhiera
che colorano di rosa il giardino,
ai narcisi gialli di primavera.
Lo chiedo alla collina, al suo profilo
dipinto dalla bruma ad acquarello,
al santuario dove un giorno salimmo
a guardare Milano - «Com'è bello»
dicesti e il tuo volto si spalancava
di un sorriso gioioso come il cielo.
II.
La lama del pomeriggio brillava
sui grattacieli e dentro quel cortile
il Duomo sembrava un pugno di sabbia,
Cogliemmo i sambuchi all'aria di aprile
che tremava verde nella pineta
o forse era già maggio a rifiorire.
Ed ora sono qui e non mi disseta
il ricordo, anzi: più ne bevo più
sento la gola divenire creta
arsa di sale. È una schiavitù
dalla quale non posso liberarmi.
Sei dentro me: ecco dove sei tu...
ELABORAZIONE GRAFICA © DANIELE RIVA
2012
4 commenti:
..intensa/intrisa di molto.
...ottima grafica.:)
ciaooo Vania
Sì, intensa: il ricordo ha sempre una sua "densità". L'immagine è una mia fotografia elaborata con qualche filtro (mi sto specializzando, eh eh)
Plaudo quel "posticino" che è culla non solo di ricordi, ma di crescita poetica - manifestata attraverso un linguaggio tenero e raffinatissimo. Grande Renoir. Un bacio. Asia
Grazie, Asia. È un “buen retiro” dove mi piace ogni tanto rintanarmi
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