I.
Sognavo spiagge infinite e lontane,
foglie di palme nel cielo, orizzonti
irradiati di luce mattutina.
Avevo in me voglia di libertà,
avevo sedici anni: navigavo
oceani in cui guida la fantasia,
numeravo tramonti, lune e stelle
ed ero in tutto il mondo nottetempo,
traversavo l'Atlantico, il Pacifico,
dimoravo in città dai nomi esotici:
Pago-Pago, Bangor, Odessa, Galveston.
E dentro me cresceva sempre più
il desiderio antico di partire.
II.
Tu parlavi di Portofino all'alba
e di come aspettaste che dai forni
uscissero le prime brioches fragranti.
Io non ti chiesi con chi fossi tu.
E dicevi di notti a Barcellona,
delle bevute di sangria a ubriacarvi,
del camminare nel Paseo de Gracia.
Io non ti chiesi con chi fossi tu.
Raccontavi l'America del Nord,
da qualche parte nel deserto voi
ed i cinquanta gradi in Arizona.
Io non ti chiesi con chi fossi tu.
III.
Pennelli intrisi di nebbia i cipressi
neri nella campagna del mattino
da qualche parte nei pressi di Lodi,
il volo solitario di un falchetto
nel cielo grigio come di cemento.
Poi l'autostrada scorre via veloce,
mi porta nella pioviggine stanca
in direzione Piacenza, lasciando
dietro di sé campi di barbabietole
da zucchero e consorzi contadini.
Non ho pensieri, non ho più ricordi,
soltanto questa voglia di viaggiare,
vedere genti e luoghi differenti,
lo stesso spirito dell'Odissea.
Fotografia: jupiter
1998
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