Vento e pioggia - cammino in questo mare
giallo che è il viale di ottobre come
un Mosè di provincia. Non l’esercito
del Faraone mi insegue ma il fischio
dei treni che lasciano la stazione.
Dai tigli cadono gocce lucenti,
sono piccoli diamanti che rotolano
sul tappeto di foglie, oro d’autunno.
2013
Cadono anche i cuori solitari
un giorno, si levano via la pelle
vecchia e riprendono a battere forte
- abbandonano il loro eremo dove
arroccati hanno cullato per anni
la malinconia, spalancano porte,
lasciano entrare il vento dell’amore
e danzano leggeri come foglie.
2013
Le luci della pioggia si riverberano,
la strada è un altro fiume e scorre via
con il suo odore di gasolio e asfalto,
con le foglie strappate all’autunno.
Nel caleidoscopio andiamo, seguendo
il percorso verso il cuore, sbucciando
caldarroste e sensazioni, felici
del nostro essere insieme, nella pioggia.
2013
Vorrei che tu fossi qui, intensamente.
Così forte da farmi quasi male.
Vorrei che tu fossi qui, lo ripeto
come un mantra e più lo dico più cresce
il desiderio e sale la marea
della nostalgia a sommergermi.
Vorrei. Ma tu sei lontana, cammini
strade diverse e io resto a guardare
l’autunno colorare altri giardini.
2013
Chi dice che non crede alla poesia
perché non l’ha mai veduta cammina
in un mondo di automi senza cuore,
in un deserto di immagini e simboli.
E chi dice che non crede all’amore
perché non è mai riuscito a provarlo
è solo un secco viluppo di rovi
dal quale nasceranno acute spine.
2013
Il fascino del passato impossibile
questa sera mi prende come un granchio:
l'utopia delle due strade di Frost
applicata alla mia vita, ai miei ieri.
Lo splendore di un destino mancato,
come le luci di città diverse
e i baci di altre donne, di altri addii.
La luna gialla mi guarda perplessa,
illumina quei fogli sopra il tavolo:
"Non amo che le rose che non colsi"...*
* GUIDO GOZZANO, “Cocotte”
2013
Cacciatori sorprendono il mattino
e il sole si alza in volo ai loro spari
- li maledico mentre i cani fiutano
la pista nella campagna di nebbia.
Ma io ho il piccolo cuore della lepre,
mi nascondo nel folto tra le foglie,
mi rintano nel resto della notte
ad ogni fucilata sempre più.
2013
Si aprono come lunghi viali d'alberi,
strade che si dipanano da piazze
e conducono a futuri rosati,
a domani affrescati di speranze.
Prospettive, attese che emanano
bagliori in grado di forare il buio,
di giungere fin qui a illuminare
il tratto lastricato del presente.
2013
E tu non farmi male, amore mio,
non spezzare di più questo mio cuore
che altre incrinarono come una brocca,
che altre devastarono come sciame
di locuste volate dentro un campo.
E tu non farmi male, amore mio,
prendi ago e filo e cuci questo cuore,
rammendane gli squarci nel vestito,
prendi cemento plastico e cazzuola
e rattoppane l’intonaco rosso.
2013
Il momento preciso in cui ti rendi
conto che al sentimento che tu provi
non puoi dare altro nome che amore
è un punto fermo nel tempo - persino
le bandiere nel tramonto si fermano,
il filo di fumo sfrangiato che
sale. Dopo riparte l'ingranaggio,
si rimette in moto la vita e tu
respiri, il cuore gonfio di lei.
2013
Ti guarderei tutta, ti guarderei
dritto negli occhi per leggerti l'anima,
oltrepassare la scorza ed entrare
nella casa di vetro dei pensieri.
Ti guarderei, ti guarderei negli occhi
per essere veramente con te,
per fondermi con te mentre mi guardi
diventando uno lo specchio dell'altra.
2013
Ora annodo pensieri in una trama
- come un tessitore di tappeti
li ordino, li infilo in schemi chiari.
Quegli errori goffi di cui mi macchio,
gli affanni che mi crei per gelosia,
e che adesso mi fanno stare male
per questo timore che ho di perderti…
La vita, l’amore sono oggetti
delicati - dovrebbe esserci scritto
con chiarezza “Maneggiare con cura”.
2013
La luna piena chissà come inonda
i canali di Venezia stasera,
come tinge le onde del nostro mare,
le piccole creste delle scogliere...
Qui si frantuma contro la vetrata,
disegna paesaggi illuminati
sulla palladiana, sul muro bianco:
dentro la stanza piovono riflessi.
2013
Foglie rosse sull’asfalto - dev'essere
la pianta che a primavera fiorisce
di farfalle rosa. Ogni foglia un cuore,
ogni foglia un occhiolino d'autunno
strizzato alla vita, a noi che andiamo
tenendoci la mano senza fretta
sotto questo cielo di vetro e perla
che si accende di riflessi ramati.
2013
Adesso intersechi la solitudine
a una fotografia di lei, la guardi
appassire nel cavo delle mani
come una rosa opulenta al tramonto.
E bracchi i tuoi ricordi con la muta
feroce della nostalgia - la vuoi
qui con te, vuoi stringerla in un abbraccio
trattenere nel cuore il suo calore.
Ma gualcisci soltanto il simulacro
dieci per quindici della tua passione.
2013
Mi sono avvolto in te - eri la coperta
che mi proteggeva, che mi riscaldava
quando la neve mi cadeva in petto,
quando la notte mi sembrava buia.
Mi sono avvolto in te - sei l’onda chiara
che mi sospinge, che mi tiene a galla
come un sughero o un guscio di noce.
E nel tuo mare io mi sento vivo.
2013
Le donne di questo giorno di pioggia
camminano con il passo d'autunno
tra le vetrine gialle illuminate
- ogni ombrello un fiore nuovo sbocciato
nella via, come foglie poi si staccano,
svaniscono nel vento che infila
un corridoio di luce e acqua e sparge
fiammelle tremolanti sull'asfalto.
2013
La luce cade nel blu dei canali,
disegna ponti e palazzi, le bifore
si distorcono in fumi arabeggianti,
volute di colori si aggrovigliano
- il rosa, il giallo, l'ambra di muraglie,
il bianco e rosso dei pali d'attracco.
Questa è la cartolina che ti mando
da Venezia: c'è anche il leone di pietra
addormentato su un vecchio balcone.
2013
"Sotto / l’influsso della stella della sera,
sollevavo la mano sinistra / a sfiorarmi le labbra".
GHIANNIS RITSOS, Crisòtemi
Splende nel cielo d’Occidente, bianca,
la stella della sera - torri e cupole
tentano invano di afferrarla, restano
indietro quando l'auto va più avanti.
Dopo il cementificio si eleva
vivida, brilla come un diamante
sulla valle che si apre per chilometri
- il diadema che ti dono, amore.
2013
Nei tuoi sogni ti aggrapperai alla luce
che taglia i cornicioni del mattino?
Oppure lotterai con la boscaglia,
con i serpenti verdi di Medusa?
O forse ti abbandonerai a un tramonto
come ad un fluire di acque sfolgoranti?
Intanto io annodo ai tuoi capelli
speranze, passo i miei sguardi piumati
sul respiro che ti gonfia il seno chiaro.
2013
9 ottobre 1963 - 9 ottobre 2013
La cronaca cucì addosso a una donna
la tunica purpurea di Cassandra.
Acqua e fango smentirono i soloni,
sotto la luna di ottobre riempirono
i cimiteri di candide croci.
Nuovi Omeri raccontarono i morti
e i vivi che morirono quel giorno
continuando a respirare d'inerzia.
Il tempo - ahimè - non sana le ferite.
2013
Nel colore delle foglie armonie,
- il cerchio magico è il mio santuario,
il ricordo eleva cattedrali
di sogni, brucia incensi di memorie
ed olocausti di un tempo che fu.
La mia divinità - tu - si inghirlanda
di raggi che rilucono dorati,
mi porge il braccio per andare insieme
lungo il sentiero che attraversa il bosco.
2013
Ho seguito il maestro Ghiannis Ritsos
cercando bei colori veneziani
e trafori di bifore intarsiati
a gondole riflesse nei canali.
Ho bevuto un caffè alla Salute
indossando gli occhi di Iosif Brodskij
sognando di far parte del paesaggio,
di rimanere per sempre a Venezia.
Ed ho parlato con Diego Valeri
fiutando nel vento che mi incollava
addosso la giacca in Riva del Ferro
il leggero respirare del tempo.
2013
Ho attraversato tutti i ponti, tutti,
per dirmi veneziano anch'io, cercando
memorie letterarie e monumenti,
cogliendo con lo sguardo quella luce
che riempie i dipinti del Canaletto.
Ho fotografato chiese e canali,
ho sorriso a turiste sulle gondole,
indirizzato americani e russi
nel dedalo di salizzade e calli
con gli occhi e il cuore pieni di bellezza.
2013
Murano di vetro e di perla, luce
che scende dalle nuvole e risplende
sul verde d'opale della laguna.
Il sole che gioca ad uscire vivido
dalle nuvole di fumo e alabastro
è il fuoco che soffiano i vetrai - sale
sui ponti, tinge chiese di mattoni,
trasforma in arte tutto ciò che sfiora.
2013
Ora si è chiuso il cerchio - il tempo ha steso
il suo velo sul formicaio umano
che sono queste calli di Venezia.
Ori, gondole, turisti venuti
da lontano frenetici tra maschere
hanno cancellato il tuo ricordo.
Nei canali si riflettono bifore,
palazzi antichi, panni stesi, sprazzi
di luce, non più il tuo bianco fantasma.
2013
Camminare le tue strade, incontrarti.
Salutarti con gesto di ossequio
– non eri tu a esaltare il baciamano?
Ricordo ancora il cielo e le bandiere
di quella volta quando lo dicesti,
ricordo l’aria tersa della sera.
Seguire il tuo percorso come mappa,
un po’ come la cartina geografica
del tuo corpo – ricordi i promontori
gemelli, l’ansa del braccio, la grotta?
Io ti cercavo davanti ai paesaggi,
provavo a individuarti a un belvedere.
E mi sfuggivi, svelta come un fiume.
2006
Sciaborda come un'onda il tuo ricordo,
viene e va di continuo e mi sommerge
la marea azzurra della nostalgia.
E i riflessi dorati nell'inchiostro
sono spilli a trafiggere il presente,
uno scampanio di tempo in tempo.
Poi si ritira l'onda di marea
e mi lascia esausto naufrago steso
a respirare sulla terra arsa.
2013
La città d'oro e di luce mi aspetta
- il tuo ricordo aleggerà ancora
nelle sue calli, si affaccerà pallido
da un ponte rispecchiandosi nell'acqua
della laguna? O invece il tuo fantasma
d'amore si è dissolto nel bicchiere
del tempo? Lo chiederò al ragazzo
che ero, là, sul ponte di Rialto.
2013
I biglietti già pronti nella busta
bianca e azzurra, i documenti, la macchina
fotografica... Viaggiare è un'impresa
del cuore, si parte con il bagaglio
ben chiuso e con la mente aperta: riempi
gli occhi di meraviglia e di stupore
il cuore, le pagine di un taccuino
attendono la bellezza in versi.
2013
Il portachiavi a cuore che un giorno
mi donasti lo tengo tra le mani,
lo scaldo come un passero ferito.
È come se stringessi tra le dita
il tuo piccolo cuore tanto amato,
è come se potessi trattenerti.
Ma resta solo quel suo malinconico
freddo di metallo quando lo poso.
2013
