I tuoi pensieri danzano ed è un valzer
lento in cui allacciati gira la stanza
- l'ebbrezza dell'amore ci trascina,
ci solleva, ci porta via da lì
verso una spiaggia dove a piedi nudi
ora balliamo. Abbandonati, amore,
abbandonati tra le mie braccia.
Le luci della sera catenine
stese su un panno di velluto nero,
quel rubino laggiù verso sud-ovest
chissà cosa sarà - e tu che ti stringi
nella giacca leggera chiedi amore,
stordita dal panorama, dal freddo
che adesso ha sorpreso la collina,
caduto dal chiarore delle stelle.
Lascia andare la mente, lascia che
quali tranquille onde nella risacca
i pensieri si infrangano leggeri.
Lascia che siano le foglie nel vento,
fiori che petalo a petalo sfoglino,
nuvole che galleggino nel cielo.
Lascia che la pace sia nel tuo cuore.
Aggiorno i miei ricordi - la frontiera
è mutata nella guerra del tempo.
I trattati di pace ora li chiamo
compromessi, i rimpianti sono andati
diritti nel cestino delle cose
inutili, rimorsi non ne ho mai
avuti. Il tuo sorriso tanto amato
è un segnalibro in un vecchio diario.
Certe volte mi sembra di rincorrere
il tempo, che scivoli via come
gli orologi di Salvador Dalí,
liquefacendosi nella giornata.
Lo vedo lì davanti, sotto forma
di appuntamento o luogo dove andare
ma è già tardi, si fa sempre più tardi,
per non restare indietro devo correre.
Tramonta già. Si accendono le luci
delle case, le stanze calde dove
la gente legge o gioca con i figli,
o beve un tè guardando la tivù.
È un’ora così dolce in autunno,
gialla del giallo di foglie e fanali,
accesa dal colore del crepuscolo:
una fiamma che sa scaldare il cuore.
E quando ci sentiamo per telefono
il mondo tutto intorno si vanifica
- le foglie gialle dei tigli, gli autobus
che transitano nel vasto piazzale,
la tua cucina, la tazza di tè.
Siamo presi di noi, di questa bolla
che abbiamo creato e che ci contiene.
Riusciamo a vederci senza vederci.
Persi nell'ultimo DPCM
siamo Dante che vaga per l'Inferno,
siamo Icaro nel tetro labirinto
dei divieti e non abbiamo nemmeno
il filo di Arianna - ci vuole un genio
per attraversare il burocratese,
per pesare ogni singola parola.
Ai poeti basta l'immaginazione.
Ti lancio baci da una parte all'altra
- sono frecce, strali, dardi infuocati
mentre partono navi e fazzoletti
bianchi salutano dal molo immobile.
Tu ti sposi con i miei baci, li stampi
in quadricromia, li appendi al muro,
li infilzi con spilli, li collezioni
li catturi quando escono, al crepuscolo.
2020
Giovedì 5 novembre 2020
Ultimo giorno di libertà, come
un’ora buca all’improvviso a scuola
o un lavoro che hai terminato prima
e resta tempo per andare in giro.
Domani la Lombardia è zona rossa
e noi gustiamo questo pomeriggio
come un piccolo dono della vita.
Non mi chiuderò in un ipermercato.
2020
Hanno solide fondamenta questi
discorsi e la casa di te ha mille
impronte e dei vestiti appesi, i tuoi
sguardi sulle montagne alle finestre
esposte a nord, sul fogliame d’autunno
guardando dove si apre la pianura.
Respirare il tuo profumo nell’aria
mi fa sentire finalmente vivo.
2020
Sospiri che fanno un po’ male e lasciano
impronte che cancelleranno le onde
del tempo, l’ineluttabilità.
Sospiri travestiti da rimpianti
che dilagano come orde di barbari
o un fiume che tracima, rotti gli argini.
Sospiri amari ma dal fondo dolce,
un retrogusto di malinconia.
Sai, vero, che le nostre anime parlano?
Ti rendi conto che spesso comunicano
senza parole, senza sguardi, come
se abitassero un mondo superiore?
Ti capita mai di avvertirmi lì,
di sentire il mio pensiero con te?
E nel silenzio platonicamente
le anime divise si riuniscono.
2020
