- basta che chiuda gli occhi per vedere
la lamiera del mare scintillare
grigio-azzurra oltre i pini, per sentire
il vento far vibrare le bandiere -
quella strada è il posto dove vorrei
essere adesso, ora che la sera
cade leggera come una promessa.
Io come ero - nelle fotografie“È tutto quel che ho di te”.
DE GREGORI, Rimmel
È L’Aquila ferita e devastata,
L’Aquila di edifici puntellati,
crepe nei muri e finestre slabbrate.
Ma è L’Aquila che risorge levando
gru al cielo azzurro come una fenice
che inizi a costruire le sue piume.
È L’Aquila che sa stringerti il cuore
con la fierezza della sua gente.
2015
Tramonta il cielo di maggio di rose
e rosari, di polline che nevica
nella dolcezza calma della sera.
Tramonta un cielo che narra memorie,
città turrite lasciate per strada
e mari ascoltati nel loro canto.
Tramonta e le nuvole ora disegnano
in rame e argento una terra di sogno
sulle colline azzurre d’occidente.
2015
“Militat omnis amans,
et habet sua castra Cupido”.
OVIDIO, Amores
E ti ho cercato, amico Ovidio, lungo
le strade della tua città duemila
anni dopo - eri il nome di un corso
e di una confetteria rinomata,
eri nei ritratti dei souvenir,
eri una statua che ho fotografato
in una piazza a due passi dal duomo.
Perché io sono un tuo soldato,
sono un poeta e un innamorato.
2015
“Abbiamo in faccia Urbino ventoso”.
GIOVANNI PASCOLI
Non era ventosa nel pomeriggio
di maggio Urbino oggi né si levavano
aquiloni lievi come farfalle
oltre la sagoma bruna del Duomo.
Solo turisti e frotte di studenti
nelle strade di pietra - cartoline
da spedire agli amici ricordando
quel verso della poesia di Pascoli.
2015
Civitanova Marche, Autogrill
Grottammare, Pedaso, Fermo - scorre
azzurro nel mattino l’Adriatico
tra palme e campi rossi di papaveri.
Risalendo l’Italia, l’A 14
spalanca al finestrino panorami
che dialogano con il mio cuore.
Sempre caro avrai il mare - Baudelaire,
canto con te la sua libertà.
2015
Villa Celiera
Dalla finestra nebbia, un mare grigio
che cancella la piana del Voltigno
- laggiù Villa Celiera, Civitella,
Farindola sono soltanto nomi.
Qui, oltre la strada di curve e di buche,
è il regno del silenzio, la remota landa
di un racconto nordico dove senti
lento il tempo scorrere tra le dita.
2015
Verde terra d’Abruzzo qui davanti
ai miei occhi - mattina che sorprende
il canto degli uccelli nel silenzio
dei millecento metri d’altitudine.
Laggiù la piana dalla foschia sorge
come una terra di fiaba, un paese
segnato sulla mappa del possibile
azzurro e grigio appena dopo l’alba.
2015
Il mare, azzurro e grigio sulla spiaggia
bianca - ora spruzza oltre i frangiflutti -
il faro è una sentinella che veglia
sulla collina, oltre la ferrovia.
Mi porto via un ciottolo levigato
da miliardi di onde, un souvenir
a forma di memoria da tenere
addormentato sulla scrivania.
FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
2015
“And here’s to you, Mrs. Robinson”.
SIMON & GARFUNKEL
Io e Mrs. Robinson questa mattina
abbiamo ballato a lungo alla radio
- tu gelosa restavi a stropicciare
le lenzuola e l’albeggiare di maggio.
Era una lettera senza risposta
che ti mandavo, un pezzo di dialettica
rimasto dai discorsi della notte.
Poi sei scoppiata a ridere e si è aperto
il cielo in una pioggia di rugiada.
2015
D’azzurro, verde e bianco questo angolo
di mondo, questo pezzetto di sera
nella penombra lieve del crepuscolo.
Nevicano lenti semi di pioppo,
intona il cuculo quel suo monotono
inno alla gioia della primavera.
Non sono che pochi minuti ma
l’anima sente di essere frammento
minuscolo di questo universo.
2015
Come era rosa il cielo della sera,
come eri mia quando guardavamo
accendersi le luci della piazza,
la luna sulle ali di farfalla.
Era la gioventù che ci inebriava,
ci stordiva come i fumi del vino.
E noi che l’abbiamo chiamata amore
sbagliammo forse solo per difetto.
2015
Una città di luce dove soffia
forte il vento dal mare - la memoria
ha il sale della nostalgia e sparge
la sabbia sugli ingranaggi del tempo.
Adesso splende come in un mattino
dopo la mareggiata - le conchiglie
lasciate dalle onde sul litorale
sono i gusci vuoti dei miei ricordi.
2015
“Non chiamare la guardia
Se il poeta brucia”.
RAFFAELE CARRIERI
Come l’allodola che passa e canta
nel cielo abbagliata dagli specchi,
poeta e trovatore, io d’amore
brucio e se leggo sopra i calendari
è il tuo nome che cerco dentro i numeri,
è il tuo sogno che apro nella via.
E tu fiorisci dentro il mio taccuino,
sboccia la rosa al centro della pagina.
Fiori di maggio brillano alla pioggia
- nelle gocce si specchia tutto un mondo,
le case, l’erba, il cielo di ametista
rovesciato. Bruciano le azalee
fiamme di primaverili vestali,
le rose sul triclinio del roseto
distendono gialle gonne a plissé.
E il giardino scrive la sua poesia.
2015
“Al cor gentil rempaira sempre amore”.
GUIDO GUINIZELLI
Io che aspettavo lungo il bagnasciuga
donne madide di sale - così
mi disse un giorno un amico pietoso
definendo il mio amore, ora ho te.
Il tempo che fa appassire i narcisi
e brucia le maschere mi ha portato
il tuo sorriso come un tardo dono,
la ricompensa alle malinconie.
2015
I giorni si susseguono, li ammasso
e ne faccio ricordi - tu mi parli
di persone che non conosco e dici
che il tempo è un rapido giro di giostra.
Intanto il cielo di maggio non sa
che vestito indossare - la memoria
gli assegna un azzurro sul fogliame,
sotto le nuvole c’era Merano.
2015
Così diverso è questo pomeriggio
- lo stesso verde, lo stesso tepore
umido di primavera, lo stesso
polline di pioppi nell’aria ferma.
Eppure quante cose ormai mutate,
quanto tempo rovesciato sui colli,
quante memorie riposte e chissà
quante altre invece affidate all’oblio.
Guardo le foglie gonfiare la chioma
del carpino e il ricordo mi conduce
lontano e quella voce che mi chiama
è di un altro tempo, è di un altro me.
2015
I nostri sfregamenti che chiamiamo
amore invece sono solamente
disperati tentativi di essere,
di sentirsi vivi e appartenersi.
Ma tu sei più mia quando lontano
conduci i tuoi passi amplificando
la tua immagine nel desiderio
e questo è il paradosso dell’amore.
2015
Luca, tu che fosti reciso come
un fiore dall’aspra falce di maggio
- così taglia un papavero sul ciglio
lasciando gli altri indenni ad ondeggiare...
Quel giorno ero soldato e la notizia
mi colse nell’euforia ritrosa
di una libera uscita - i compagni
mi videro intristito tutta sera.
Ora che tanti anni sono passati
guardi con i tuoi occhi di ragazzo
da quella lapide. Grigi e stempiati,
ci portiamo addosso anche i tuoi rimpianti.
2015
“Il bacio era come l’estate”.
BORIS PASTERNAK
È passato il tempo, si è consumato
- arde e riarde come una fenice,
ritorna a nascere a ogni stagione -
eppure noi siamo sopravvissuti
alle tempeste, naufraghi del nostro
ieri. Quei baci si sono stampati
nella pietra della memoria: sono
i fossili perenni di un amore.
2015
Il nostro avvicinarci e allontanarci
somiglia al passo degli schermidori,
ha l’agile grazia dei fiorettisti,
la forza dentro un volo di farfalla.
Ci sfiniamo portando i nostri affondo
e i giorni scivolano dall’aurora
al tramonto e dal crepuscolo all’alba
- viviamo nelle schermaglie d’amore.
2015
«Razionalizzare l’amore» tu
dici - incatenare i suoi capricci
nelle prigioni anguste della logica,
costringerlo nelle umide segrete
della ragione.
Certo che non puoi:
non puoi scrivere sulle onde del mare,
non puoi imbottigliare il vento o ordinare
al sole di non sorgere al mattino.
2015
Ti ho vista galleggiare sulle notti,
ninfea nello stagno blu del cielo
- o più semplicemente replicavi
il mio sogno davanti agli occhi aperti.
Ti ho sentita mia nel breve volgere
di un’alba, stella azzurra del mattino
- o forse ti stringevi a me nel sonno
mentre io ti guardavo respirare.
E non sono più stato uomo nel vuoto.
2015
E adesso tu, seduta qui, mi guardi,
mia Musa, e soffi in me le tue parole
- lo sguardo è amore, la voce è poesia.
E quando sei lontana mi sorprendi
con un ricordo, un bagliore improvviso,
un profumo che rimane nell’aria.
Sei la mia vita, sei la mia compagna,
l’amante esigente ma dolcissima.
2015
“Sono lo spettatore l’attore l’autore”.
PAUL ÉLUARD
La poesia si scrive da sé, lascia
la sua traccia come bava di chiocciola
- polvere di grafite, inchiostro, pixel,
sul foglio, sul taccuino, sullo schermo.
I miei occhi, il mio cuore sono solo
il tramite che lega l’emozione
- sono il pescatore che in riva al mare
cuce reti di parole già dette.
2015
Tu, come una donna di Matisse, nuda
in un’opulenza di te e di fiori
- il damasco del tappeto, la pianta
in vaso replicata dallo specchio.
E reclini la testa nella nube
di questo sogno artistico, mi guardi
dal tuo oceano di capelli e io
mi perdo, pesce rosso in una boccia.
2015
I ricordi hanno onde rosse e d’oro
come riflessi su una tenda chiara
- il giorno che dolcemente tramonta
e disegna sui vetri il suo saluto.
L’emozione si rinnova ma è gusto
di spettatore seduto in poltrona,
come chi assiste al film della sua vita
- la memoria è un tesoro che non brilla.
2015