Da un nido rubato il cuculo intona
la musica del mattino di aprile,
araldo che è venuto da lontano
ad annunciare questa primavera.
La pioggia cade a ravvivare il verde,
giovinezza che brucia di vigore
- la sua mano invisibile disperde
narcisi e tulipani nelle aiuole.
E noi lasciamo che quest'aria umida
ci avvolga come un lenzuolo bagnato,
vinti dalla stanchezza dell'amore.
2013
Viola l'ultimo cielo della sera
dove il lago corteggia le colline.
Un bagliore selvaggio di poesia
che infiamma l'anima e la induce a credere
che questa vita abbia un senso profondo.
Guardo smorire quella luce appesa
al chiodo di Espero come un quadro:
un sortilegio di felicità.
2013
Così danzi nel cuore della notte,
ondeggi nelle lagune del sogno
tra echi di luce e desideri fusi
con le caselle vuote dei ricordi.
Sei un fiore di porpora che sboccia
sulle rive di un fiume disseccato
dal tempo - l'esca che tendi è
un'illusione di felicità.
2013
La mano levata come a inseguire
un ricordo perduto sulla costa
o solo la direzione del vento
che spinge greggi di nuvole a est.
Questo è il tuo dono oggi, la memoria
incarnata nel vivo di un'immagine
mentre la sciarpa azzurra si distende
come un'alga in balia delle onde.
Ed è quello che di te mi rimane.
2013
Il cielo rosa della sera scende
sulle magnolie in fiore, sulle strade
che si rivestono di luci gialle
- diffonde la sua serenità
come fumo d'incenso profumato.
Accoglimi, io sono pellegrino
in questa tua pagoda di velluto
e di vento, domando solo amore.
2013
“Là, là di nuovo! Laggiù salta!”
HERMANN MELVILLE, Moby Dick, LIX
Come chi aspetta seduto sul molo
eccomi lì, senza canna da pesca,
senza secchiello, senza niente - solo,
usando il tuo ricordo come esca.
Il pesce che sto cercando è creatura
mostruosa, si divora stelle e giorni
con quella vorace dentatura,
tende imboscate agli incontri e ai ritorni.
Sulle sue squame fredde si riversa
l’onda azzurrina della nostalgia
e come lente distorce il passato.
Così su questo pontile assolato
siedo e aspetto quella bestia perversa,
armato della mia malinconia.
2007
Sono verdi di pioggia i prati, pieni
degli ombrellini gialli del tarassaco
adesso che aprile sospinge i treni
tra i boschetti di foglie nuove - passano
rasentando i rami delle robinie,
fischiano incrociando la strada bassa
che costeggia colline irte di vigne.
Cammino con le mie memorie: trovo
adesso più dolci anche quelle asprigne
- il tempo è come una mora di rovo,
che più matura più è zuccherina.
E ogni ricordo ha qualcosa di nuovo.
2013
Ci leviga l'amore come sasso
di fiume e noi - strumento del destino -
ci abbandoniamo alla corrente che
giorno per giorno ci scorre addosso.
La vita trova il suo senso nel volo
aggraziato degli aironi, nel flusso
continuo del sangue e delle stagioni
- e nella pozza del tempo noi siamo.
2013
La strada nel bosco risale ripida
- un'erta di luce e di riflessioni
nel silenzio, una via crucis distesa
tra il fiume e la collina. Tu mi segui,
porti il tuo seno ansante e quel rossore
lieve apparso sulle guance accaldate.
E ci è straniero il dolore, lontana
la cupezza di sere senza nome
perdute in una memoria sbagliata.
Mi volto, ti aspetto, ti offro la mano
per superare un più aspro dislivello.
E quel ponte tra noi è nuova promessa.
2013
Il profumo dei giacinti stasera
mi inebria e mi stordisce – li ho raccolti
tra l’erba del giardino e li ho infilati
in una tazza smaltata di cielo.
Adesso che è sceso il buio dai monti
il loro aroma dolce e triste come
un antico ricordo mi rapisce
e mi conduce lontano, da lei...
2013
Ho dormito abbracciato al tuo ricordo
evocato da una vecchia canzone
come un fantasma di malinconia.
Accarezzavo la tua schiena nuda,
tu ti stringevi a me e posavi il capo
nel rifugio sicuro del mio omero.
Mi sono addormentato con la tua mano
calda appoggiata sul mio fianco destro.
2007
Maria, lo spettro di te adolescente
mi è apparso in Viale Vittorio Emanuele
- gli stessi pantaloni colorati,
la stessa maglietta verde, gli stessi
capelli biondi come messi al vento.
Sapevo non potevi essere tu
ma in quell'istante in cui sono rimasto
abbagliato a guardare oltre le cupole
orientaleggianti di Città Alta,
Maria, ero un adolescente anch'io.
2013
Una poesia è venuta in sogno a dirmi
che sei sempre tu la Musa del mio cuore.
E io poggiavo i passi sulle pietre
disposte nel giardino dei miei ieri.
Sapevo che mi avrebbero condotto
alla tua casa di luce e di vento.
2007
Cammino dentro questo buio fitto,
mi muovo come un cieco - a tastoni -
e il profumo dei narcisi è più vivido,
l'odore della notte, il suo vibrare.
Non hai capito, lo so. Ora ti spiego:
l'oscurità è il mistero della vita,
il profumo dei narcisi è la via
che segna il cammino della poesia.
2013
Quante lune fa il tuo bacio strappò
il velo tra la terra e il cielo? Quante
volte il sole è sorto e poi tramontato?
Il tempo è un fiume che scorre impetuoso,
trascina i suoi ricordi come sugheri
nel flusso continuo della corrente.
Ero un ragazzo inesperto d'amore
e della vita - ora sono un uomo
esperto di speranze e di memorie.
2013
Il profumo dei pruni nella sera
di aprile, il canto lontano del fiume
- un desiderio di vita che preme,
un pulsare più rapido del cuore,
uno scorrere più fluido del sangue.
E tu al mio fianco in questa prospettiva
di alberi fioriti, una basilica
bianca in cui ci teniamo per la mano.
2013
Trapela un raggio di sole, un ricordo
si accende improvviso sotto le luci
al neon dell'ipermercato - un dondolo
a euro sessantanove e novanta.
E sono altrove, su un'ampia terrazza
nell'aromatico verde dei pini
davanti a un dondolo - quello è il santuario
del nostro amore, ne sfioro la stoffa...
Mi risveglia rauco l'altoparlante:
ritorno qui, la gente che si aggira
tra le offerte, il mio tempo ormai perduto
mi lascia in bocca un gusto dolceamaro.
2013
L'esigenza di sentirsi diversi,
di essere altro da Paolo e Francesca,
da Catullo e Lesbia, Cinzia e Properzio,
dagli amanti che si baciano in piedi
sui ponti nelle poesie di Prévert.
E alla fine scoprire che ogni amore
ripete un miliardo di altri amori
in parole, gesti, frasi e dolori
ma è unico e per questo irripetibile
come una margherita dentro un prato.
2013
Ritrovo nel rigoglio di una rosa
quello che un giorno credetti amore
- il tempo sa sgranare le distanze
e, quando non dona pietosamente
il suo oblio, rende meno deformante
la sua lente. Adesso quell'amore
risorge come un'ala di Fenice
e arde dietro le tende del mattino.
2013
La polpa del giorno è giunta al suo nòcciolo,
rosso brillante di pesca nel cielo
gonfio di dolcezza primaverile.
Tramontano le calde nostalgie,
le ragioni ignorate, le parole
taciute, e vivere è il delizioso
abbandonarsi all'oro del momento,
al divenire lento del crepuscolo.
2013
Ritorni a questi gesti di pioggia,
scuoti l'ombrello, metti l'impermeabile
ben ripiegato sulla vecchia sedia.
I tuoi capelli sul cuscino sanno
però di primavera, la fragranza
verde di qualche misterioso balsamo.
Resto a guardarti mentre insegui un sogno,
mentre sorvoli la città o soltanto
entri in un mio elaborato discorso.
Intanto ha smesso di piovere e cantano
gli uccelli all'alba di aprile che illumina
tra le lenzuola il corpo di una dea.
2013
Ho fatto naufragio in te, abbandonato
il relitto dei giorni alla sua sorte,
alle procelle scure e furibonde.
Ho fatto naufragio un giorno e il tuo corpo
mi ha accolto - era l'isola perduta
che disperavo oramai di incontrare.
Ho fatto naufragio e mi aggrappavo
stremato a te, a quelle tue sabbie bianche:
eri la terra della mia salvezza.
2013
Le lucertole nelle loro tane
adesso serbano il caldo del giorno.
Cerco le stelle oltre il lampione giallo.
A quest’ora di solito mi dicono
che l’amore è un sentire duraturo.
Salgo le scale con i miei bagagli
– sono gli errori e li chiamo esperienza,
sono ricordi e li credo speranze.
Un altro sguardo al cielo della sera:
un aeroplano va senza rumore
come la fantasia, come i pensieri.
Le lucertole dormono nel buio.
2007
La domenica di cieli azzurri
dove galleggiano bioccoli bianchi
ci invita ad uscire, ad abbandonarci.
Così ci perdiamo per le stradine
che costeggiano il fiume e si disperdono
nei sentieri colorati di primule.
Annusiamo la vita come cani,
risaliamo ansanti alla civiltà
di macchine rumorose e tralicci.
Subito riconosciamo i suoi inganni.
2013
“Senza prima né dopo.
Ed il verbo nacque.”
VICENTE ALEIXANDRE
Cantami i cieli ed i loro colori.
Canta l’inverno, il sole e le stagioni.
Canta il giorno e la notte, luna e stelle.
Dimmi i nomi degli alberi e dei fiori,
dimmi da dove provengono i suoni,
quante strade contiene la tua pelle.
Ed io sarò, per bocca tua sarò.
Ed io sarò, per mezzo tuo sarò.
2000
Mi chiamano le tue labbra di fuoco
e luce, e la sorpresa - oh, la sorpresa! -
come un'onda ogni volta mi travolge,
la grande sorpresa di essere amato.
Così quando ritorna primavera
a fiammeggiare verde nei giardini
similmente il mio cuore di bambino
anno dopo anno si meraviglia.
2013
Andavamo senza peso nell'aria
- multicolori farfalle, leggeri
semi di tarassaco, bianche nuvole
migranti in un cielo di primavera.
I nostri corpi erano gusci vuoti,
erano dei lontani simulacri
che si muovevano nel loro spazio
per uscire da se stessi e rinascere.
Stavamo solo facendo l'amore.
2013
La soluzione è errata, dici: vivere
in fondo non può essere matematica
o scienza, deve in qualche modo astrarre
dalla chimica, oltrepassare il segno
della fisica, la gabbia di ferro
della logica. Intanto accavalli
le gambe e la gonna risale un po'
scoprendo l'ansa bianca del ginocchio.
Ingenuamente ti chiedo cos'è
vivere. Sorridi: vivere è amore.
2013
Dov'è finito quel guscio di chiocciola
in cui ti rintanavi ed aspettavi
che lei curiosa venisse a cercarti?
Il tempo, tu dirai. Il tempo e la vita
cambiano le persone, ridisegnano
i loro volti, come monti e fiumi.
Eri una Fenice, dalle tue ceneri
sei risorto diverso - tutto qui.
2013
Essere due per ingannare il mondo,
infilare in sciarada uno più uno
e camminare sotto un solo ombrello
nella pioggia di questa primavera.
Essere due per diventare uno
nei gesti senza voce dell'amore
e dopo rimanere abbracciati
per non sciogliere più quell'unità.
2013
