sorvola i pinnacoli e le caserme
pallide con la medesima grazia.
Sul lungofiume le ragazze in festa
rideranno leggere al vento caldo,
scuoteranno i capelli nella sera.
Ora che scende il buio, le colline
cambiano colore, si fanno piombo
alla luce metallica di luna.
Osservo il vuoto per passare il tempo,
sento i caricatori nelle tasche
bruciare come ferite di lama.
Poi, d’incanto, le colline si accendono,
fuochi lontani disegnano croci
e cuori sui pascoli del Tirolo:
fiammeggiano nel buio tremolanti,
sembrano dirmi “In hoc signo vinces”
come all’imperatore Costantino.
Arriva il capoposto per il cambio
e gli brillano negli occhi quei fuochi,
li guarda ipnotizzato, si dimentica
di far avanzare la sentinella.
Una notte così avrebbe fermato
due eserciti sul campo di battaglia.
Fotografia © Südtirolerland
2008
NOTA: in Alto Adige è tradizione che la seconda domenica dopo il Corpus Domini si accendano fuochi in ricordo dei Tirolesi caduti nelle aspre battaglie contro le truppe degli invasori napoleonici.
2 commenti:
ed ecco, i versi sono nati...dopo la promessa, ero assai curiosa d' assistere all'evento/nascita: bello questa doppia interazione, da lettura a ricordo - e da ricordo a nuova poesia!
(Linko subito al tuo commento-annuncio, su comoinpoesia...)
Luciana
Merci... È interessante questa suggestione che genera versi. Poi ho scoperto ancora una volta che la memoria è fallace, che il ricordo modifica il passato. Io ricordavo la notte di San Giovanni ma da appunti dell'epoca ho scoperto essere invece i Fuochi del Sacro Cuore - era l'11 giugno e le date non mi quadravano.
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