lasciando di sé solo un punto cieco
- lì s’annida il cecchino come vipera,
l’oblio che s’incarna nel mai accaduto.
Ma tu che conoscevi le sue forme
le mormoravi quasi in litania,
ne facevi breviario nel salire
le strade ripide e curve del giorno.
E adesso quell’assenza che sconfina
nel nulla ti sgomenta più del tempo,
acuminate punte che tu sfiori
con la mano sentendone già l’aspro
sapore denso di sangue e di ferro.
s"
Stephanie Schlatter, "Giorni più luminosi"
2006
2 commenti:
Acuminata e tagliente, quasi assordante, la sensazione d'angoscia che attanaglia leggendo questi versi;
ma l'esordio:
("C’è un posto dove la memoria svolta/
lasciando di sé solo un punto cieco")
è semplicemente splendido.
Un buon incipit è già mezza poesia: questa è una regola che cerco di seguire quanto più spesso possibile. Soprattutto scrivendo esclusivamente in endecasillabi.
L'angoscia, dici bene: è quella della memoria che si trova impossibilitata alla sua funzione. Per fortuna è solo un piccolo punto...
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