venerdì 10 aprile 2009

Spoon River aquilana

"Tutti, tutti, dormono sulla collina"
EDGAR LEE MASTERS, Spoon River Anthology


I.

Nel buio tutto tremava: la terra
sembrava muoversi come fiammella
di candela, poi improvviso il boato.
Una voragine inghiottiva L'Aquila.

II.

Daniela abbracciava i suoi bambini
in una notte di brividi e scosse:
lo scudo della sua schiena di madre
non ha impietosito il cieco destino.

Giuseppe non aveva paura: al fianco
c'era la sua ragazza, la teneva
stretta prima che venisse giù il cielo:
la morte li ha voluti allacciati.

Il papà e la mamma di Anton venivano
dalla Romania a cercare i futuro
e lui - cinque mesi - lo aveva donato:
su tutti e tre montagne di detriti.

Andrea aveva tre anni e un fratellino
nel ventre della mamma - non potrà
giocare con lui, dividere i sogni:
Fuori il papà li piange disperato.

Carmelina studiava con passione:
il mondo a ventidue anni apre scenari
meravigliosi, pieni di speranza.
Li ha intravisti solo un momento.

III.

Su tutti regna il buio inesorabile:
su quasi trecento sogni e illusioni,
su quasi trecento gioie e dolori
e il vento soffia lieve sulla polvere.



clip_image001Fotografia: Libero-News

giovedì 9 aprile 2009

Seta

Rimane illesa la malinconia,
sventola alta sull'alto torrione
la vela lacera della tristezza.

Sotto le dita scivola la seta,
quando ti inarchi tu diventi mare,
l'onda risale lenta fino al cuore.

Hai spento il buio un momento solo:
nel lampo hai visto la pianura vasta,
i campi della gioia, poi più nulla.


Réné Magritte, "L'épreuve du sommeil"

mercoledì 8 aprile 2009

Abruzzo 2009

La terra è madre, la terra è matrigna.
Crudele adesso, crudele e perversa.
Le chitarre ora pendono dai muri,
da cornicioni franti nella notte
come grissini - divise a metà
non suoneranno più, mute diranno
al mondo il loro canto d'agonia.

Feroce la terra, arcigna e brutale.
Un'aguzzina con voce di tuono.
I corpi in fila sotto i verdi salici
non sanno l'angoscia dei vivi persi
nelle coperte come grigi spettri.
I sogni, le promesse, sono lì,
abbandonati tra il fango e la polvere.

7 aprile 2009


Fotografia: La Stampa

martedì 7 aprile 2009

L'Aquila, 6 aprile 2009

Con gli occhi chiusi volerò lontano.
La polvere nel naso, nei polmoni.

La notte scende, un brivido di freddo.
Ma il buio è sempre stato qui con me.

Voci soffuse, voci che si perdono
e il silenzio pesante delle pietre.

Voci nell'anima, voci che chiamano.
Mani guantate portano la luce.



Fotografia: La Stampa

lunedì 6 aprile 2009

Il bianco sogno

Bianco il tuo sogno, il bianco nel bianco
dove la femminile latitudine
si apre negli scandagli delle mappe.

Ma rosso è lo sguardo, rosso il vibrare
della passione che gonfia il respiro
e libera il tuo palpito di donna.


Pierre Farel, "Matin pour Elle"

domenica 5 aprile 2009

Puntini di sospensione

Ti penso nel tramonto, ti rivedo.
Porto negli occhi il tuo sorriso e gli occhi
guardati pochi minuti in stazione.

Andavo con le mie carte e gli occhiali,
andavi con la borsetta e i blue-jeans
e portavamo anni e intimità
tra la gente che sfilava nell'atrio.

L'amore puntini di sospensione
tra un giorno e l'altro, partenze e ritorni.


Jack Vettriano, "The runaways"

sabato 4 aprile 2009

Le luci azzurre della sera

Le luci azzurre della sera, musica
di sassofono miagola nell'aria,
l'autostrada veloce corre via.

L'ora legale illumina il crepuscolo
tra pompe di benzina e autogrill,
accende le montagne di lumini.

E la felicità è un momento dolce,
la gioia di niente che cristallizza
un istante come un insetto nell'ambra.


Edward Hopper, "Gas, 1940"

venerdì 3 aprile 2009

Mentre la gente danzava

Sfogli la vita come una cipolla:
ogni velo è un giorno o un'illusione,
una stella caduta in mezzo al prato.

E non hai fatto neanche in tempo a esprimere
un desiderio, sei rimasto immobile
nel buio a guardare il cielo e a sorridere
amaro mentre la gente danzava.

Hai socchiuso la porta e hai infilato
un altro corridoio, un'altra strada
cieca del labirinto, senza chiederti
se in fondo avresti trovato l'uscita.


Jack Vettriano, Waltzers

giovedì 2 aprile 2009

Il passato

Eccolo lì il passato: riprodotto
nel riquadro di una fotografia
- attimo di esposizione alla luce
nel quale il tempo si è cristallizzato.

E sorridi un po' timida guardando
altrove, forse dove mare e cielo
diventano indistinti e la laguna
rovescia nuvole nell'acqua scura.

Rimani quella che eri in quel mattino,
perla nell'ostrica della memoria.


clip_image002
Fotografia da "Unmasking the Goddess"

mercoledì 1 aprile 2009

Cuore blindato

Il disegno di quei nudi orizzonti
trionfa nello scafandro del mio cuore
- ricordi? cuore nuovo che ha mutato
pelle come serpe, cuore blindato
in modo da rotolare e non rompersi.

E tu adesso rinchiusa nella gabbia,
prigioniera del cuore che spezzasti.
La chiave pende al centro del mattino,
riluce in un'alba che sa di pane.


Mosaico di Greer Upton

martedì 31 marzo 2009

Bifronte

In una pallida alba l'inquietudine
si scioglie come un muscolo dolente,
si cela dentro l'ombra, ridiscende
nelle sue tane impregnate di buio.

Ed alla luce l'allegria risplende,
armatura dorata di torneo,
mi maschera e mi dice come sono
nella profondità calma del giorno.

Così, bifronte Giano, è il mio cuore.


clip_image002
Bifronte, I° secolo
Museo Nazionale di Archeologia, Lisbona

lunedì 30 marzo 2009

Pioggia di marzo

La pioggia scivola sulla città
- velo frusciante sulla primavera.

Inzuppa le mimose nei giardini,
le stelle candide delle magnolie.

I merli volano nel cielo grigio
annodando i fili dell'orizzonte.


Immagine: blirk.net

domenica 29 marzo 2009

Per sempre

Per sempre, chi lo disse che l'amore,
che la felicità dei nostri due
corpi sarebbe durata per sempre?

O forse solamente fu nel sogno
che io supposi, che tu teorizzasti
e le lenzuola intanto si intrecciavano?

Forse fu un bianco attimo d'indolenza
fiorito dopo una notte più dolce
e coglierlo fu l'errore più grande.


John Meyer, "Black South Easter"

sabato 28 marzo 2009

Saltellano le gazze

Saltellano le gazze bianche e nere
sulle tegole nuove, sui pluviali
nel sole obliquo del primo mattino.

Danzano amore in questa primavera
che comincia e diffonde i suoi profumi
nell'aria, danzano con dolce grazia.

Resto a guardarle mentre l'alba arrossa
i corridoi, anche il mio petto si gonfia
d'amore e il cuore canta la sua gioia.


Fotografia: IVN Vecht & Plassengebien

venerdì 27 marzo 2009

Mattino di primavera a Milano

Accende il nuovo verde sulle piante
il vento che porta meravigliose
nuvole a illuminarsi sui palazzi
ottocenteschi, su gru e grattacieli.

Eccola la poesia, ecco la magia,
l'oro insignificante che riluce
nel piccolo mattino milanese
di giornali incollati alle inferriate.

Eccola, la poesia: azzurra e bianca
dietro i torrioni scuri del Castello,
gioco di luce sui marmi del Duomo.
Stamattina il suo nome è primavera.


Milano, Piazza Cordusio

giovedì 26 marzo 2009

Resta, immagine di lei

Resta, immagine di lei, non sbiadire
nella memoria fino a diventare
un fantasma, non perderti nel tempo.

Resta, sorriso che m'innamorò,
non farti cancellare da un dolore,
espanditi, divieni l'universo.

Resta, ricordo di lei, non svanire:
rimani la perenne gioventù,
rimani lo sguardo dolce d'amore.


Fotografia: Jupiter

mercoledì 25 marzo 2009

Fuji

Sembra il Fuji la Grigna stamattina,
bianca di neve dietro i pruni in fiore.


David Hockney, "Mount Fuji and flowers"

martedì 24 marzo 2009

Il canto infinito del mare

Ascolto il canto infinito del mare:
è una voce che mi risuona dentro,
è il sangue che mi pulsa nelle vene,
è il palpito continuo del mio cuore.

Anche quando, lontano dalla costa,
percorro le pianure e le città
che hanno montagne grigie sullo sfondo,
io sento quel canto dentro me.


lunedì 23 marzo 2009

Estate del 1981

Dove potevo trovarti? Nei sogni?
Non riuscivo a pensarti traditrice.

Tornavi dall'America, da New York.
Sull'aeroplano guardavi amorosa.

Incarnavi la virtù, eri bellissima.
"Sono tornata", nel sogno, arrossendo...

*

Fiammeggiava la sera nel tramonto,
la forza tremula del tuono urlò.

E ti sognavo al mio fianco, chimera,
avevo versi da dedicarti.

Li dissi al cielo, li gridai alla notte
nella mia rigida gabbia di vita.

E mi parve che dal nulla sbocciassero
fiori, non erano che vaghe stelle.


Jack Vettriano, "The last great romantic"

domenica 22 marzo 2009

Io sono il poeta

Faccio barchette per piccoli laghi,
varo gusci di noce da pozzanghera:
io sono il poeta, sono il visionario.

Affido i miei versi a incerti navigli
senza corazze né scafi d'acciaio:
volano lievi come bianchi petali.


Fotografia: Heather Johnston

sabato 21 marzo 2009

Conservo la mappa

Al tuo porto approdai mille anni fa -
un'altra vita, se ci pensi bene.
avrei potuto giungere su navi
vichinghe con i draghi sulle prore.

Ero il fanciullo che ti rimirava
nella frescura di un giardino estivo,
nascosto nell'ombra per non parlare.

Ero il ragazzo che per tenerezza
o per istinto materno avvicinasti
un giorno troppo lungo da scordare
e che dopo i dinieghi a te si arrese.

Fosti poesia e tramonti immortalati
come solo potevo, nel ricordo,
nelle parole, inetto a disegnare.
Avevo l'impellenza di narrare,
di segnare su un foglio quell'estate,
come chi, dopo avere rinvenuto
un tesoro, traccia mappe che lo aiutino
a recuperarlo, quando potrà.

Non è venuto ancora quel momento.
Resti una X sulla carta ingiallita.
Ma approderò al tuo porto, tra mille anni
forse, un'intera vita ormai trascorsa.
E potrei giungere su un hovercraft,
volando come un petalo sull'aria.

Conservo la mappa, non si sa mai.
La tengo sempre con me, ben segreta,
nel mio petto, dalla parte del cuore.


Howard Shooter, "Seaside treasure"

venerdì 20 marzo 2009

Concerto per archi e tromba

Musica di Telemann riempie l'aria
e l'amore perduto mi risuona
nel petto con il suo battere d'ali.


Michael Hall, "Trumpet"

giovedì 19 marzo 2009

Scatole cinesi

Le clivie già si accendono d'arancio
i tuoi tramonti nelle cartoline
i francobolli chiusi dentro gli album
e le fotografie dimenticate
sul fondo polveroso di un cassetto
in un armadio che non apro più.


mercoledì 18 marzo 2009

Notte a Parigi

Ci sono donne sui ponti, ragazze
come nella poesia di Ungaretti
e «come portati via si rimane».
Una collana di luci le veste,
le cuce ai cupi riflessi del fiume.

Il vento gelido scende dal nord,
scompiglia luminarie d'anno nuovo
e cartacce lasciate dai turisti
agli Champs Elysées, alla Tour Eiffel
come dei fazzoletti a una partenza.

La Senna scivola nera nel buio,
i battelli già sostano sui moli;
il mio aereo decollerà tra sei ore
e ancora non ho visto il posto dove
morì Lady Diana, al Pont de l'Alma.

Un quarto di luna freddo e tagliente
come un pezzetto di ghiaccio risplende
proprio sopra Roissy: sembra sapere
che è il momento di lasciare Parigi,
di partire al buio per non rimpiangere.


martedì 17 marzo 2009

Aria di pioggia

C'è aria di pioggia dentro la stazione,
un brivido umido che sfiora il viso
- il bacio caldo della primavera.


lunedì 16 marzo 2009

Piccola poesia per lei

“Così andai debellando gli anni,
 così rientrai in possesso
 di quanto era già mio”.

 JORGE LUIS BORGES
Ed ora da un ricordo sei tornata,
leggera come il sughero portato
dalla corrente, col passo leggiadro
che hanno le ballerine sulle punte.

Le nostre parole dimenticate
fluttuano nel limbo del mai accaduto:
piccoli aborti di un giorno non nato,
fiocchi di neve caduti nel fuoco.

2003


Ono, "Anna"

domenica 15 marzo 2009

Diga

Nei gorghi l’acqua rabbiosa si ostina
e non riesce ad uscire dalle arcate
della diga, le riempie, le violenta,
con il passare dei secoli forse
le eroderà. Ma adesso gira in circolo
e nel suo folle vortice trascina
un bianco pezzo di polistirolo
come il destino con le nostre vite.


Fotografia: Jupiter

sabato 14 marzo 2009

Corda di sicurezza

Se all'albero maestro ora legato
ascolto il tuo canto, dolce Sirena
della memoria e non ti lascio farmi
a brani e poi gettarmi sugli scogli,
è perché navigo in questo presente.

Solidamente ancorato all'oggi
anche quando lo sguardo si dirige
oltre Scilla e Cariddi, oltre il tempo,
lungo quei territori già esplorati,
battuti palmo a palmo nel passato.

Come gli speleologi che tentano
i cunicoli dell'oscurità
tenendo stretta la robusta corda
che li tiene legati in superficie.


Fotografia di Monte Nagler

venerdì 13 marzo 2009

L'invito

Sorridono le dee con la tua bocca
- Vieni - m'invitano e i loro segreti
balenano nell'ombra, si promettono.

Ma io costeggio ancora quella riva,
mi perdo, sordo ai presagi divini,
alla voce dell'acqua nei canali.

Quando mi volto restano le piume
sfuggite alle ali d'angelo, leggere
planano dove tu mi sorridevi.


Henri Matisse, "Pasifae abbraccia un ulivo"

giovedì 12 marzo 2009

Giornata di vento

Il sogno in questa giornata di vento
si veste di case amaranto e fiori
non ancora sbocciati - nel crepuscolo
si ammanterà anche della tua forma,
del ricordo insistito come goccia
di sangue sul grigio dell'impiantito.

Ma lento scorre il tempo, troppo lento
e lontana tu sei, troppo lontana.


Tiffany Durling, "Windy day II"

mercoledì 11 marzo 2009

Sera con Borges

Borges, il disamore di una donna
e le ansie della poesia, con te vado
ripetendo, rimastico quei versi
- e la vita, la mia vita intreccio
filo su filo, poesia, su poesia.

La luna, quella cosa bianca, splende
ora nell'ultimo cielo d'inverno,
muta testimone del mio segreto.



clip_image002Mercedes Varela, "Borges nella Biblioteca Nazionale di Buenos Aires"

martedì 10 marzo 2009

Il mio canto

Deve volare leggero il mio canto, 
come le alcioni dei lirici greci, 
come il filo di fumo del camino, 
come i piccoli semi del tarassaco, 
come la neve che turbina in cielo. 

Deve volare leggero il mio canto, 
come piuma, perché deve venire 
fino da te, che sei così lontana.


 

Deborah Schenk, "Browning"

lunedì 9 marzo 2009

Un venditore

Vendo isole lontane in cartolina
e pugni di sabbia strappati al vento,
tutta la mia collezione del tempo.

E vendo sogni rilegati in cremisi,
scatole di illusioni indefinite
e una raccolta dei miei disinganni.

Vendo a poco, direi quasi: regalo.
Perché, vedete, amici: sono un poeta.


Nicolas Bonnart, "Il costume del profumiere"

domenica 8 marzo 2009

Acqua di marzo

Piove marzo con furia sulle gemme
in questa primavera ritardata
che non accende primule nei fossi.

Ma lentamente, giorno dopo giorno,
qualcosa accade, piccoli dettagli
rivelano il miracolo nell'aria.

I capolini delle margherite
si ergono nei prati tra viole bianche,
le tortore preparano già il nido.

E l'acqua di marzo porta la vita.


Fotografia: Jupiter

sabato 7 marzo 2009

Riflettendo in una sera di marzo

Allo splendore della notte lego
i miei pensieri, alle tremule stelle
che vivono e pulsano nell'universo.

Guardo l'Orsa Maggiore ed il suo carro
stampato nel cielo scuro di marzo,
viaggio lontano sulle grandi ruote.

C'è profumo di fiori nella sera,
un sentore dolce nell'aria tiepida.

Siedo come chi aspetta lungo un fiume,
guardando il tempo immobile passare.


Alex Jawdokimov, "Midnight high and dry I"

venerdì 6 marzo 2009

Vivere

I desideri come anatre volano,
come saltatori dal trampolino
e sotto loro si distende il vuoto.

Tu dici "Vivere" ma questo è vivere,
non è quel circolo di grattacieli
o un giro di perle intorno al tuo collo.

È il sorriso improvviso che disegna
il sole, l'immotivata allegria
di un attimo perduto lungo il tempo.

Per questo io con le mie scarpe vecchie
cammino strade senza alcuna meta,
per questo lascio che tu mi sorprenda
come il primo fiore di primavera.


Fotografia: Jupiter

giovedì 5 marzo 2009

Quando guardate una foto

In quante foto i turisti stranieri
mi avranno immortalato? In quanti album,
su quanti mobili, armadi e scaffali
a Tokyo, Osaka, Seattle, Francoforte
distratto passerò con la mia borsa
davanti al Duomo o al Castello Sforzesco?

Piccoli istanti di me così vivono
lontano, in altre vite, in altri mondi
e amici conoscenti, sconosciuti
a gente estranea diranno chissà
chi sarà il tizio che passa là dietro,
chissà quale sarà mai la sua vita...

Quando guardate una foto, pensateci.


mercoledì 4 marzo 2009

Schiele

Il gesto antico di una donna che
si aggiusta le calze - quasi un disegno
di Egon Schiele sbocciato nel mattino.


Egon Schiele, "Donna appoggiata con calze verdi"

martedì 3 marzo 2009

Il miracolo della primavera

È più rosso il palazzo tra Via Dante
e Via San Prospero sotto ad un cielo
azzurro e terso: si è solo avverato
il miracolo della primavera.


Foto di Luigi Petrazzoli, da "Panoramio"

lunedì 2 marzo 2009

Un minuto di felicità

La fontana inquadrata nella Porta
del Filarete, piccole silhouettes
nere di giapponesi in controluce,
il cielo di marzo tra sole e nuvole;
il fumo buono delle caldarroste
che si eleva dal chiosco della piazza

Un minuto così, dolce, sospeso,
piccolo spazio di felicità.


domenica 1 marzo 2009

Dalla finestra a Nord

Cineserie nel cielo occidentale
colline pitturate sullo sfondo
in un velo leggero di farfalla.

La primavera è un gusto di giardini
ed un chiarore nuovo nella sera
che sa di terra e di fiori speziati.

Tatuato sul cielo, il Resegone.

sabato 28 febbraio 2009

Se un pensiero improvviso

Se un pensiero improvviso ti solletica
con tocco bianco e leggero di piuma
ed un ricordo si stacca dal tempo
come una lastra azzurra dal ghiacciaio
allora arriverò alla frontiera
- com'ero, come sono, non lo so -
ad appoggiare un cielo dietro noi.
E le fotografie si scioglieranno
in una pioggia fulgida di abbracci
- come se la scena si trasformasse
in pellicola cinematografica
e fotogramma dopo fotogramma
il tempo si riavviasse insieme a noi.

venerdì 27 febbraio 2009

Dentro te

Il quadrifoglio della tua bellezza
apre orizzonti come porte antiche
che celano il passaggio in altri mondi
dove il tempo non è più una costante.

Lo sguardo trasognato ad occhi chiusi
osserva dentro te - nel desiderio
il gioiello prezioso è la saggezza,
la nudità dell'anima risplende.

Ogni respiro diventa potenza,
ogni sussurro frantuma pareti,
la conoscenza erompe come lava,
la verità scintilla come ghiaccio
al sole che ti illumina dall'interno.


Gustav Klimt, "Serpenti di mare"

giovedì 26 febbraio 2009

Fuga dal ricordo

“Ricordi che, una notte,
all‘improvviso risorgete.”

JUAN RAMÓN JIMÉNEZ
Mi sono smarrito nel ricordo
come in un tingersi del cielo all’alba:
la luce ti rivela ogni cosa
e si riappropria delle identità.

Cadere è questo timido osservare,
abbandonarsi alle scene, lasciarsi
guidare dalla dolcezza del gioco
come da un filo teso lungo il tempo.

Credevo mi salvasse il sogno, ma
l’ho trovato corrotto, ricostruito:
aveva parti di te che non sono
e gesti e strade che non ti ho mai visto.

Ho dovuto gettarmi nel reale,
affrontare le vie della domenica,
con la maschera dell’uomo felice,
pranzare, ridere, seguire il traffico.

L’amore? Perso come un fazzoletto:
quando ho frugato, non l’ho più trovato.


Claude Monet, "Impression, soleil levant"

mercoledì 25 febbraio 2009

L'assediante

Più lungo dell’assedio alla città
di Troia l’assedio che io ho portato
a te senza riuscire ad espugnarti
peraltro, senza issare la bandiera
dell’amore sul tuo pennone estremo.
E fu così che abbandonai, ridotto
ormai a brandelli, oramai allo stremo,
ti lasciai libera di andare fare
quel che desideravi tu, l’amore
anche, con chi volessi farlo tu.
Sono rimasto, solitario Omero,
a cantare l’assedio mal riuscito
in cui l’assediante era l’assediato.

1996


Martial de Paris, "L'assedio di Jargeau", 1484

martedì 24 febbraio 2009

Il poeta

I miei occhi raccolgono emozioni
e le trasformano in parole - lascio
che il vento se le porti via
come petali di rossi papaveri.

E le tue labbra fatte per baciare
dicono adesso quelle mie parole
a uno specchio che le racchiuderà
come uno scrigno di gioielli ed ori.

Le poesie sono scritte per volare,
semi che un giorno attecchiranno altrove.


Fotografia: Yarvin

lunedì 23 febbraio 2009

Vento di febbraio

"Febbraio è sbarazzino".
VINCENZO CARDARELLI

Il vento di febbraio porta via
le foglie secche e brulle dell'inverno,
l'ultimo quarto di malinconia
poggiato tra le scapole e lo sterno.

Si infila prepotente nella via
per sollevare un vortice d'inferno,
coriandoli, nastrini ed allegria,
infuria e spazza i monti, padreterno

assiso sul più piccolo dei troni.
Spalanca gli usci, strapazza le piante,
fa risuonare i lacci dei tendoni.

E sbatacchia sui loro perni le ante,
si diverte a fischiare alla ringhiera:
è freddo ma ha già in sé la primavera.


Bartolomeo Pinelli, "Carnevale a Roma", 1816

domenica 22 febbraio 2009

Aironi

Aironi volano sulla laguna,
cuciono la luce tenue dell'alba
con i riflessi dorati dell'acqua.

Dialogano i ricordi nel mattino
ma forse tutto quanto è un'illusione
come il barbaglio chiaro tra le canne.

Ma io lo so che ci trovammo insieme,
sento ancora la sabbia sotto i piedi,
le ruvide Superga tra le mani.

Ricordo la tua pelle delicata,
la tua dolcezza timida e spaurita,
il modo in cui guardavi l'orizzonte.

Se fu un sogno non mi sono svegliato
e vivo ancora in esso da quel giorno
a dispetto della grande clessidra.

Aironi volano sulla laguna,
disegnano passaggi tra le reti
e le barche ormeggiate sulla riva.

Nel momento sospeso tu continui
a raccogliere le bianche conchiglie
con piccoli movimenti aggraziati.

Ed io ti osservo, come per proteggere
quella calma serena dell'istante,
per fare di secondi eternità...


Fotografia da: Lignanospiaggia

sabato 21 febbraio 2009

La bella margherita

Non cogliere la bella margherita:
io lo so che petalo dopo petalo
alla fine ti dirà il mio amore.

Lascia che il suo capino giallo si erga
a ricercare la luce del sole,
a berne i raggi con avidità.

Ogni volta che costeggi quel prato
tu guardala: quello sarà il mio amore.


venerdì 20 febbraio 2009

Autostrada

Le corsie di autostrada su cui viaggio
scintillano nel buio come gli astri
lontani che guardavamo di notte
tra le piante di menta e di lavanda.

E le insegne gialle dei benzinai
non mi dicono più che sei vicina,
ma mi riempiono di buoni-regalo
che non saprò neppure come spendere.

Vedi com’è viaggiare senza scopo,
andare a visitare posti insoliti
dove non te incontrerò ma il romanico
e la voce del mare in una piazza?

Prende la nostalgia per un passato
che si è giurato di dimenticare,
si cade ipnotizzati da se stessi,
circuìti dal richiamo del ricordo.

L’oasi dell’autogrill sembra posticcia,
un luogo senza tempo e senza fine:
vi bevevo il caffè quasi scottandomi
per riprendere la via verso te...

Ora adocchio con sospetto i figuri
che fuori dal bar attendono i clienti:
ho più attenzione per i borsaioli
che per il tuo ricordo addormentato.

È che mi sono stancato di attendere,
non fa per me recitare in Godot:
arriverà la primavera un giorno,
all’improvviso, dietro la finestra.

E potrò correre nei prati, libero
dal tuo fardello colmo di dolore,
potrò inseguire il volo delle rondini
senza curarmi più della tua ombra.

E attraversando i campi di frumento,
beato del sangue rosso dei papaveri,
ascoltando la canzone del fiume
potrò sentirmi finalmente vivo.


Fotografia: Jupiter