Ho costruito una città per parlare
con te, per aspettarti nei giardini
fioriti e rimanere a conversare
sulla panchina più bella del parco.
Ho costruito una città per amarti
- ha colline di sabbia e un mare azzurro
che sfiora con la sua brezza leggera
i papaveri nati sulle dune.
2016
C'è un’immagine che in questi giorni
ritorna - è il ricordo di un azzurro
cielo di maggio dove galleggiavano
delle candide nuvole di schiuma.
Quel cielo era incorniciato di tigli
e accanto sventolava una bandiera.
Era il millenovecentoottantotto
e i miei vent’anni spillarono come
una farfalla il cielo nel ricordo.
2016
Nei colori soffusi della sera
il tuo pensiero è un dolce batticuore
che forse intuisce anche la lucertola
timida rintanata dietro i vasi.
Starai lavando i piatti o forse leggi
uno dei tuoi amati libri romantici
o guardi un quiz insulso alla tivù.
Ma adesso sei qui, su questa veranda
rivolta a occidente e parli con me
e inventi l’amore mentre il sole
tramonta sulla mia ombra solitaria.
2016
La luce del tramonto si può quasi
bere in questa sera dolce di maggio
- per me è un nobile whisky nel bicchiere,
tu scegli un tè come Emily Dickinson.
Ricopre con il suo oro le foglie
dell’acero, i rami dell’araucaria.
Io vi respiro lontane memorie,
tu insegui un pensiero a me misterioso.
2016
Le parole questa sera non sono
spettri o rimasugli di memorie:
incontaminato è il panorama,
debuttante con le sue luci azzurre
specchiate dalle risaie allagate.
Lontano le Alpi stingono nel cielo
- credo di riconoscere il Cervino
in un dente più aguzzo sullo sfondo.
E tutto è così limpido nel cuore.
2016
Edward Hopper, Cape Cod morning, 1950
Washington, Smithsonian Museum
Guarda il mattino, guarda la sua luce
venire dall’oriente a risvegliare
la baia, a illuminare l’ampia sala
penetrando dallo stretto bovindo.
Guarda l’oceano ricco di spume
scintillare nel sole d'estate
- lascia che quella luce ti accarezzi
e ti faccia sua come fa un amante.
2016
Questa voce d’amore costruisce
sogni, vede il futuro in una sfera
di cristallo, sa leggere il domani
nelle foglie di tè, interpretare
segni come un antico vaticinio.
Io e te siamo gli àuguri, la Sibilla.
Io e te siamo il nostro sogno futuro.
2016
