Veste di rosa i monti a Settentrione
quest'alba gelida di ghiaccio e luna.
La neve sporca ai lati del piazzale
e quella bianca lungo la ferrovia
sono la stessa faccia del mattino.
I visi lividi, le mani in tasca,
la gente si rifugia nella sala
d'aspetto della stazione. Io no.
Resto a guardare quel prodigio rosa
sbocciato come un fiore tra la neve.
lunedì 19 gennaio 2009
domenica 18 gennaio 2009
La rosa di gennaio
La grande foglia di loto sul muro:
guardarla è un po' dimenticare, sai.
Ma la finestra dice già di te,
accende vele bianche nell'azzurro
e i miei ricordi sono fazzoletti
che sventolano dentro una stazione.
Rientri dalla porta di servizio
e sulla sabbia scura del giardino
lasci le impronte che ho già cancellato.
Proprio dove la rosa di gennaio
apre al cielo le sue grandi campane:
il primo fiore a sbocciare, per te...
guardarla è un po' dimenticare, sai.
Ma la finestra dice già di te,
accende vele bianche nell'azzurro
e i miei ricordi sono fazzoletti
che sventolano dentro una stazione.
Rientri dalla porta di servizio
e sulla sabbia scura del giardino
lasci le impronte che ho già cancellato.
Proprio dove la rosa di gennaio
apre al cielo le sue grandi campane:
il primo fiore a sbocciare, per te...
Argomento:
tempo
sabato 17 gennaio 2009
Orme bagnate
Orme bagnate si asciugano al sole
- quelle più lontane dalla pozzanghera
sono esili aloni sul bitume,
le più vicine serbano parvenza
d'impronta, individui il tacco, la suola.
Quello specchio d'acqua piovana è un giorno
della nostra vita, i passi i ricordi...
Fotografia di H. Brinkman
- quelle più lontane dalla pozzanghera
sono esili aloni sul bitume,
le più vicine serbano parvenza
d'impronta, individui il tacco, la suola.
Quello specchio d'acqua piovana è un giorno
della nostra vita, i passi i ricordi...
Fotografia di H. Brinkman
Argomento:
ricordo
venerdì 16 gennaio 2009
L'oro del Manierismo veneziano
Cos'era quel giorno la mia memoria,
conto sospeso tra la terra e il cielo?
Non era ancora ricordo, non era
nostalgia - forse un richiamo
lieve, una nota a margine del giorno,
un sogno che vagava per le calli.
L'oro del Manierismo veneziano
mi riempiva gli occhi, la laguna
li abbacinava con riflessi vivi.
Così vicina tu, così lontana,
andavi e venivi tra le risate
nello specchio di un'antica osteria.
La mia ferita era la gioventù.
giovedì 15 gennaio 2009
Qualche fiocco di neve
Ho sorpreso qualche fiocco di neve
nell'aria addormentata del mattino.
Cadevano lenti al vento dell'ovest
come soffioni nel cielo di maggio.
Non cadono così anche le illusioni,
prima di sciogliersi al sole del reale?
nell'aria addormentata del mattino.
Cadevano lenti al vento dell'ovest
come soffioni nel cielo di maggio.
Non cadono così anche le illusioni,
prima di sciogliersi al sole del reale?
Gretchen Hess, "Forest III"
Argomento:
illusione
mercoledì 14 gennaio 2009
Il tuo tesoro
“Cercare significa: avere uno scopo.”Amore che rovisti nel passato
HERMANN HESSE, Siddharta
tu cerchi il suo sorriso tra le rose
e ti ferisci con le antiche spine.
Ma se il ricordo brilla come oro
avrai la concorrenza delle gazze
e degli stracciaioli chini al rame.
Tu battili in astuzia: spargi il sale
sulle code, centesimi per terra
e fruga i bauli uno dopo l’altro.
Questo cercare è tutto il tuo tesoro.
Fotografia da Usa Gold
Argomento:
ricordo
martedì 13 gennaio 2009
Il telamone
Il telamone dorme sulla rena.
Il tempo si è fermato ad Agrigento,
non fosse la città moderna stesa
sulla collina come una coperta
o quel lungo viadotto autostradale
che appare all’improvviso dietro il Tempio
di Castore e Polluce oltre le piante.
La guida sotto l’ombrellino a fiori
parla con voce monocorde e triste:
ha ripetuto troppe volte il gesto
delle vestali, la storia di Zeus.
Non somiglia alla ragazza bruna
che perse il pettine nella poesia
di Quasimodo in questo stesso posto.
Ma il telamone giace nella polvere,
corroso dai secoli e dalle piogge,
dal vento caldo del Mediterraneo:
il gigante ferito sembra dirmi
che il tempo non si ferma proprio mai.
Neppure lungo i templi di Agrigento.
Telamone al Tempio di Zeus di Agrigento (Foto: Vedi Tour)
Il tempo si è fermato ad Agrigento,
non fosse la città moderna stesa
sulla collina come una coperta
o quel lungo viadotto autostradale
che appare all’improvviso dietro il Tempio
di Castore e Polluce oltre le piante.
La guida sotto l’ombrellino a fiori
parla con voce monocorde e triste:
ha ripetuto troppe volte il gesto
delle vestali, la storia di Zeus.
Non somiglia alla ragazza bruna
che perse il pettine nella poesia
di Quasimodo in questo stesso posto.
Ma il telamone giace nella polvere,
corroso dai secoli e dalle piogge,
dal vento caldo del Mediterraneo:
il gigante ferito sembra dirmi
che il tempo non si ferma proprio mai.
Neppure lungo i templi di Agrigento.
Telamone al Tempio di Zeus di Agrigento (Foto: Vedi Tour)
Argomento:
tempo
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