stringendoti forte tra le braccia
ed erano gli anni che sgretolavo,
numerosi massi di giorni e granito,
informi collezioni di ore e sassi.
Suonava lenti l'orchestra e volavo
con te su bianchi cuscini di piume,
su nuvole soffici come ovatta.
Gli orologi si scioglievano al sole,
le lancette pendevano inerti.
Jack Vettriano, “Dance me to the end of Love”
2009
2 commenti:
Romanticissimo Amico di Lodi. E' un'immagine stupenda e non solo, considerato l'onirico contenuto. Grazie Renoir.
Sogno e leggerezza, in contrasto con la durezza dei massi della prima strofa...
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