Ondeggia al vento l'erba alta di maggio
e i fiori gialli del sedano mattogalleggiano formando scie dorate.
La sonnolenza è un tubare di tortore,
è l'insistito grido del cucù,
è il caldo del pullover di cotone.
Unisco i sogni, i baci ed i ricordi,
assommo prati e granelli di sabbia,
riconto cieli e chiese e nubi gialle.
La vertigine mi tiene sul ciglio,
in equilibrio instabile sul filo.
se chiudo gli occhi posso anche volare,
come la rondine, dall'altra parte.
2 commenti:
Possiede impeto ed insieme equilibrio slanciato, vibra d'echi intensi questa tua composizione. Quasi un quadro divisionista, che si compone poco alla volta, oservandone i piccoli particolari che fanno l'insieme.
Molto, molto bella.
Non avevo pensato al divisionismo ma, accidenti, è proprio così. È nata come un inno al ricordo - tanto per cambiare... - ed è finita con il vertiginoso volo della fantasia.
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