Le pecorelle del mattino migrano
nel cielo - transumanza dell’autunno
appena cominciato sopra verdi
chiome, rare pennellate qua e là
annunciano nel parco la stagione.
È uno sfondo da quadro del Giorgione,
da dipinto di Claude Monet: sono
prossimo alla sindrome di Stendhal.
2015
Volano a frotte i palloncini, navigano
in quell’oceano di spume che è il cielo
d’autunno - ora liberi dalle mani
dei bambini veleggiano lontano,
si disperdono verso ignoti lidi.
Li salutano gli sguardi da terra
invidiando allegri la libertà:
sognano il coraggio della speranza.
2015
Il mondo è tutto qui, disteso a onde,
incastonato in tessere, formato
a scaglie oppure ricostruito in doghe.
Riflette l'azzurro di Lombardia
nei suoi mosaici di specchi, nel lucido
curvarsi di infinite cromature.
Nutrire il pianeta è necessità
e questo è l'inno elevato alla vita.
2015
“In attendere è gioia più compita”.
EUGENIO MONTALE
L'attesa è questo cuore che respira
- lo sguardo prova a rimirare altrove
per cambiare punto di osservazione
ma non riesce a rimanere distante.
È continua apnea, come il desiderio:
preghi che finisca ma sai già che
un velo di malinconia cadrà
sulla tua compiuta felicità.
2015
Non è malinconia questo sentire
che mi sorprende tra la scala e il cielo
a rimirare l'ardere di nuvole
nel crepuscolo indaco d'autunno.
È una dolcezza triste, una promessa
che forse non sarà mai mantenuta
- come talvolta appare la speranza
quando si veste ancora di illusione.
2015
Ritorna il sole dopo la tempesta
- la luce gialla inonda la città,
la leggo riflessa su una muraglia,
la sento vivida intorno a me.
È come un liquido amniotico, l'oro
in cui rinasciamo ora che gli dei
hanno cessato le furiose risse
e siedono insieme a bere ambrosia.
2015
