La pelle del serpente tra le dita,
il ragazzo cura le sue ferite.
Se si potesse mutare anche il cuore,
penso, ritornare nuovi e puliti
come l'orbetto uscito dalla tana...
Il nostro cuore muta di continuo,
lo fa ad ogni stagione, ad ogni amore:
la sua pelle lasciata sono i giorni,
sono i ricordi - la differenza
è che non la abbandona dentro un prato.
Auguate Rodin, “Eva e il serpente”
2008