mercoledì 28 gennaio 2009

Frantumi

Ho camminato su sabbia bagnata,
le orme se le è portate via l'onda,
il mio amore è rimasto come scoglio
levigato dal tempo sempre solido.

Ogni notte mi siedo sulla sbarra
azzurra dove legano i pattìni,
guardo il tramonto e resto ad aspettarti.
Tu verrai dal mare, come Afrodite.

Un giorno di maggio sono tornato
- non c'eri tu, non c'era la tua ombra -
mi abbeveravo solo di quel mare
che si stendeva al sole e mi feriva.

Il tempo era una catena in frantumi.


martedì 27 gennaio 2009

Il tempo è piatto

Il tempo è piatto - una bassa marea -
e tu arenata nella sabbia scura.
io però navigo al largo, combatto
con i marosi ed i mostri marini,
inseguo ancora la balena bianca.

Perduta tu, perduta nelle acque
divise come fossero un Mar Rosso.
Posso comprendere adesso il Faraone,
conosco il suo sgomento e la sua rabbia.

Ma lotto, io continuerò a lottare
ed a rincorrere il mio sogno, come
il bambino che segue la farfalla
lieve e veloce con il suo retino.



lunedì 26 gennaio 2009

Domenica sera in un parcheggio

La sera della domenica vola
verso la notte sotto i riflettori
d’arancio del parcheggio, sull’asfalto
freddo d’inverno, ed i televisori
accendono d’azzurro le finestre
delle case con film di scarso peso
e i gol della giornata. La tristezza
è in agguato come un rapinatore.














Fotografia: Robert Enns

domenica 25 gennaio 2009

Grani di pepe

I giorni vanno via come dei grani
di pepe - mettili in fila sul tavolo
e sono una collana: il tuo viaggio
in America, il tuo latte ed il tuo miele,
i suoi piccoli seni, il suo sorriso...

E poi le strade in mezzo agli aranceti,
i templi di pietra vicino al mare,
le cattedrali, i santi in processione,
le luminarie accese nella notte,
i soli al tramonto, i tagli di luna.

Guardali lì, quegli insignificanti
granelli sfuggiti al macinapepe:
sembrano nulla, sono la tua vita.













Fotografia: Kris B.

sabato 24 gennaio 2009

La Baccante dell'acqua che cade

a Marina Abramovic
Tu balli e ti rivolgi al cielo scuro,
la pioggia scroscia e ti bagna i capelli
- lo sai che adesso somigli a Medusa?

Le nuvole continuano a cambiare
e l'erba fecondata è di smeraldo,
la gonna nera ti scopre le gambe,
nel seno scivolano goccioline.

Sei la Baccante dell'acqua che cade,
celebri un rito di fertilità
danzando lieve, librandoti in volo.

La luce cambia, seguendo i tuoi passi,
all'improvviso tutto è in armonia
con il tuo corpo di femmina dolce.













Doina Botez, "Baccante II"

venerdì 23 gennaio 2009

Il nuovo Holden

Non sono l’unico poeta del Parco
Sempione: c’era un ragazzo affacciato
al Ponte delle Sirene, guardava
il cielo fondersi con l’acqua scura
e le anatre nuotare sullo specchio.

Quel nuovo Holden frugava le tasche,
ma non trovava neppure una briciola,
solo gualciti biglietti del tram.
Si è incamminato triste nel mattino,
allampanato nel giubbino blu.
E le anatre d’inverno lo seguivano
tagliando nuvole nel lago fermo.



giovedì 22 gennaio 2009

Parco Sempione, 17 gennaio

Cammino sulle foglie dell'autunno
e seguo il passo sgraziato del corvo
tra le superstiti chiazze di neve.

L'inverno è questo cielo cinerino
appeso ai rami ossuti come un panno,
è il riflesso delle piante nell'acqua
oleosa e grigia, specchio di mercurio.

All'Arco della Pace i cavalli
galoppano immobili nella nebbia,
le anatre gridano nel laghetto
- giovane Holden, sono tutte qui...

Nella foschia mi avvio verso il Castello
con il passo di un cavaliere antico.