Una poesia scritta sull’iPad
con mano svelta su tasti invisibili.
Ricordi quando vergavi i tuoi versi
preso da un’improvvisa ispirazione
come Baccante in rito dionisiaco,
su biglietti del tram o su scontrini
della caffetteria, su un foglietto
miracolosamente sorto in tasca?
Cosa c’era di più? Dov’era il fascino?
Nella precarietà delle parole?
FOTOGRAFIA © DANIELE RIVA
2022
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