sabato 10 gennaio 2009

Il santuario dell'amore

Eccolo il santuario dell'amore,
il pontile proteso verso il mare
per sentirsi a mezzo tra terra e cielo.

In quel luogo sospeso ci trovammo,
magneti attratti da una forza opposta,
ed unimmo le bocche dentro il nulla.

Eros rideva appollaiato al vertice
della tettoia azzurra di lamiera,
il suo dardo aveva colto il bersaglio.

Il vento stesso ci sembrava spingere
l'uno sull'altra, contro la balaustra.
Sotto il mare, geloso, ribolliva.

Ora è deserto il pontile e lo guardo
da solo in questa giornata di sole.
Il mare, tranquillo, pare una tavola.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

A volte, affidiamo i nostri istanti migliori a mani non affidabili, nonostante ciò, soffriamo. Amara consapevolezza nell'ultima stanza. Grande Ami.

DR ha detto...

Voglio citare un verso di Catullo: "Giove ride degli spergiuri degli amanti". E il tempo passa, volge e stravolge gli eventi, spezza i fili, li riannoda...