lunedì 25 agosto 2008

L'assimilazione

“Ricompongo di rose il tuo passato.”
  MARIO LUZI, Terra
La osservo con le lenti deformanti
- il ricordo, il sogno, o la memoria? -
perché lei mi diventi in qualche modo
te e inconsapevole possa imitarti.

Io sono qui fermo, un solido masso,
e intanto il mondo gira come trottola,
vortica su se stesso, si sfiletta
come la vite quando gira a vuoto.

La guardo mentre compie quei tuoi gesti,
la vedo che sorride come te
e parla a lungo e non cerca pretesti:
beve il suo drink con gola di velluto.

La sera scivola tra le mie mani:
è un fluido insano di vecchi ricordi,
è altro male che mi infliggo, dolore
nostalgico che viene a imprigionarmi.

Lei non è te, per quanto nella notte
ti possa somigliare; si conosce
il trucco, come un film, come un romanzo:
e per non vero lo si riconosce.

Dovrei abbracciarla, stringerla al mio petto,
scacciarti da lì una volta per tutte
e, come sulla sabbia dopo il vento,
ricominciare a scrivere daccapo.



Rhanavardkar Madjid, "Scena in un bar I"


2003

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