La tua voce come echi di campane,
come fanfare lontane che suonano
una dimenticata aria marziale,
come il fruscio del vento sulle tende.
E primavera scivola gentile
su quello che dici: un raggio di sole,
un volo di rondine ricamato
tra i fili della luce e la città.
Le parole sono aghi che cuciono,
benne che erigono arcate di ponti.
Non sembra neanche che siamo lontani,
non sembra che ci sia di mezzo il mare.
ALEX CHERRY, “WHEN GIRLS TELEPHONE BOYS”
2012