mercoledì 12 maggio 2010

Nòstos

Questa città sa scolpire i sogni:
li trae dal marmo della realtà
e non fantasmi o simulacri accende
ma piccoli ricordi ed emozioni.

Li credevi perduti, abbandonati.
Invece ardevano sotto la cenere,
aspettavano solo che tornassi
per divampare un'altra volta, vividi
come il fogliame degli ippocastani.


Fotografia © Atlante Parchi


2010

martedì 11 maggio 2010

Bergamo 2010

Nella città vestita di bandiere
ho marciato con l’anima nei piedi
e mentre l’umido entrava nelle ossa
il cuore si riempiva di calore.
“La bandie-e-ra dei tre colo-o-ri
è sempre stata la più bella, noi
vogliamo sempre quella, noi vogliam
la libertà, la libertà!”
la voce
si incrinava nel canto, l'emozione
mescolava sul viso pioggia e lacrime.


Fotografia (C) Daniele Riva

2010

lunedì 10 maggio 2010

Cuore mandolino

È un mandolino il tuo cuore e ora suona
per me la sua canzone: la passione
vibra tra quelle corde pizzicate,
costruisce mondi e poi li demolisce
come castelli di sabbia, li veste
di nuovi sogni e di nuove illusioni.

Infine mi blandisce e mi carezza,
un'altra volta mi invita all'amore.


 image

Tamara de Lempicka, “Woman in blue with mandolin”


2010

domenica 9 maggio 2010

Gocce sul roseto

Di cieli azzurri e di verdi fogliami
le pozze del mattino sono piene
e il mondo si riflette nelle gocce
cosparse sulle foglie del roseto
come diamanti sopra un panno verde.

E mi volto credendo di trovarti,
ingannato da un antico ricordo.
Ma non è più il tempo delle gardenie
sul patio della tua casa perduta.
E non ci sei: dietro di me il mattino
risplende con la sua dolcezza amara.

 

 

Fotografia © Lori Arnold

 

 

2010

sabato 8 maggio 2010

Rivelazione

Qui, dove scopro nella nudità
delle colline la luce del giorno,
arriva più lontano il mio sapere,
come il profeta che riesce a comprendere
all'improvviso la rivelazione.
I seni della terra si distendono,
il suo grembo fiorisce di castagni.
E la vita ha la sua dimensione,
nello spazio e nel tempo, in un momento.


Fotografia © Daniele Riva

2010

venerdì 7 maggio 2010

Sognami amore

Immerso nei pensieri, nei silenzi,
seduto su un divano ad ascoltare
"The Dark Side of the Moon" o "L'Estro armonico",
leggendo le poesie di Luzi o un classico.

Come quando eri con me... Le abitudini
sono malerbe che non puoi estirpare.
Però ti viene facile sognarmi
talvolta, per gioco o malinconia.

Sognami, amore: io ancora ti sogno.

Cammini per le strade cittadine
con il tuo passo flessuoso di dea,
aggiusti i conti al tavolo in cucina,
allo specchio regali i tuoi sorrisi.

Come quando ero con te... Ed i ricordi
sono preziosi racchiusi in uno scrigno.
Così mi viene facile sognarti
talora, per amore o nostalgia.

 

Edward Hopper, “Eleven a.m.”

 

2002

giovedì 6 maggio 2010

La partita a scacchi

  “Perché, che altro c’è al mondo
    oltre gli scacchi?”

    VLADIMIR NABOKOV

I. Apertura

Eravamo bambini e mi insegnasti
il gioco degli scacchi nella casa
antica e fredda presso la stazione.
“Forma la mente, ti induce a pensare,
comporta scegliere e anche rinunciare”.
Era una sera d’inverno, mio padre,
tuo padre nell’altra sala parlavano
di qualche cerimonia militare.

II. Gambetto di donna

Ti ritrovai su un treno, andavi a Bergamo
a scuola, tanti giorni percorremmo
tratti di strada sullo stesso passo,
camminavamo con le nostre borse
sul lungo viale degli ippocastani
per poi dividerci sul Sentierone:
io seguivo il mio greco e il mio latino,
tu prendevi appunti di matematica.

III. Arrocco

Un giorno, tanti anni dopo, ti vidi
a Foro Bonaparte: lavoravi
per un colosso della biogenetica.
Passavi frettolosa nella via
come dimentica di me, del tempo.
Divisi qualche panchina con te
e qualche pasto parlando di viaggi,
di libri letti, di film, di persone.

IV. L’alfiere dà scacco

“Anni fa, passeggiando in una strada
dove già le mimose erano in fiore
un amico informato mi disse
che tu da poco tempo eri sposata...”

Lo seppi anch’io così, e ne ho sofferto
proprio come il poeta Nicanor Parra
e come lui ripenso a te sposata
quando fiorisce gialla la mimosa.

V. Finale di donna

Adesso sei qui, dentro casa mia,
bella nel corto giubbino di jeans,
l’esuberante timidezza accesa
da una risata fugace. Mi perdo
nel momento in cui avvicini il tuo viso,
le labbra, e cado nel bacio più dolce.
Non mi rimane tempo per pensare,
non me ne hai lasciato, il fatto è compiuto.

VI. Scacco matto

“Il re è l’unico pezzo che non puoi
prendere, devi dargli scacco matto”.
Anna, ci hai messo vent’anni per vincere
quella partita iniziata muovendo
un piccolo pedone nella casa
che non abiti più. Mosse azzardate,
errori da entrambe le parti
ma adesso per il mio re è scacco matto.

 

DIPINTO DI LAYACHI HAMIDOUCHE


2002