mercoledì 3 dicembre 2008

Un riflesso passeggero

Cieli d'America nella memoria
e piccoli sognanti giorni stesi
come vestiti al caldo dell'estate,
perle infilate nella tua collana.

Ed io sono un riflesso passeggero,
come il sole al tramonto certe sere
d'inverno quando abbacina il vetro
di una casa persa sulle colline.

Questo per te sono diventato:
il misero istante di una stagione,
il tempo che ritorna a rosseggiare
come il viaggio compiuto in California.


Fotografia © Daniele Riva

2006

martedì 2 dicembre 2008

Milano

Irrompendo dalle sue sette porte
il mattino riprende la città
e le ridona vita all’improvviso
come se ridestasse un mostro antico.

Nella stazione della linea verde
distrattamente lei sfoglia un giornale;
il suo cappotto è una coperta logora
abbandonata sulla sua stanchezza.
Oltre l’arco del tunnel si spalanca
l’oscuro vortice pieno di freddo
che assorbe umidità e pensieri tristi,
finché non sbucano gli occhi giallastri
del vagone di testa del metrò.

E si incolonnano come robot
i passeggeri, rientrano nell’alvo
del treno, luminoso e riscaldato,
spariscono di nuovo dentro il nulla.

Lei conta monetine nel piattino
e non si sa decidere a raggiungere
la macchinetta che versa cattivo
caffè in tremuli bicchieri di carta.



Fotografia © Daniele Riva

2001

lunedì 1 dicembre 2008

Nel gelido mattino

Nel gelido mattino il tuo sorriso,
perduto come tanti altri oramai,
un’isola di caldo tra i ghiaccioli
di brina crepitanti sull’asfalto.

E ho camminato pensando all’amore,
a come sa scaldare anime e cuori,
ricordando il sorriso e il tuo saluto,
trattenendoli in me come il carbone
incandescente negli antichi scaldini.



John Anster Fitzgerald, "Natale"

1998

domenica 30 novembre 2008

Una stella vivida

E come accogli tu la mia speranza,
come tu porgi il viso perché inondi
l'ultimo sole la malinconia...

Io solo questo ti posso donare,
il roseo camminare nella sera,
il passo che accompagni la tua vita.

E la felicità è una stella vivida.



Leonid Afremov, "Sotto l'ombrello rosso"


2006

sabato 29 novembre 2008

Io sono te quando io sono io

"Io sono te, quando io sono io":
rigiro questo verso di Celan
come una caramella sulla punta
della lingua, ne gusto il sottinteso.

E questa fedeltà che è una prigione
diventa reggia, dimora di re,
perché tu alberghi in me con il ricordo
di giorni ormai lontani, andati via
nel vento con i granelli di sabbia.

Quel vento che soffiando da Levante
riporta gli odori di allora, i fiori
che infiammavano i giardini di sera.
"Io sono te, quando io sono io".


M. C. Escher, "Vincolo di unione"


2006

venerdì 28 novembre 2008

L'oro del ricordo

Nella luce deserta degli specchi
danza la polvere in coni sottili
- piccole schegge di giorni perduti
conservano memorie sfilacciate,
tessere indecifrabili di puzzle.

C'è un frammento di te, un risveglio giallo
che infiamma il cuore nudo del mattino,
lascia il profumo verde dei capelli
alle lenzuola ancora aggrovigliate.

E niente più: tutto risuona falso
o fuori posto come nei solai,
nei vecchi ripostigli abbandonati.
Ciò che risplende è l'oro del ricordo.


Gustav Klimt, "L'albero della vita"


2006

giovedì 27 novembre 2008

Come il rivo

La vita scorre, flessibile giunco,
e segue il rivolo d'acqua gelata
lasciato dalla neve che si scioglie.

Tu porti le tue mani sopra un treno
ed impigli gli anelli dentro i guanti,
sorridi al mondo che ti vede stanca.

Ieri è un dolore chiuso nello scrigno,
hai posato la chiave e non ci pensi.
Milano è fredda e ti dispiacerà,
ma continui a scorrere, come il rivo.


Fritz Thaulow, "Disgelo: il fiume Lysaker"


2008