mercoledì 9 luglio 2008

Dimenticarti, a Venezia

"L'alte porte
  rinchiuse su di te e risa di maschere
  che fuggivano a frotte..."

  EUGENIO MONTALE
Al tuo porto sicuro farai rotta,
ignara del gorgo e della bufera.
Non sai dei vaporetti e delle gondole,
di come nel vento guardai le cupole
divinando lo scherno nei riflessi.
Come potresti sapere parole
non dette, sensazioni mai espresse?

Fui io quello inseguito dall'angoscia,
sperduto nel vociare delle calli,
nascosto dietro gli occhiali da sole.
Dimenticarti, a Venezia non era
possibile: avrei dovuto scegliere
canaloni montani o il folle strepito
di una strada di traffico in città.

Tu proseguisti tranquilla il cammino,
avrai riempito mille cruciverba,
cambiato case e tende alle finestre.
E decine di autobus ti avranno
condotta via da me, sempre di più.



Fotografia © Daniele Riva


2002

martedì 8 luglio 2008

Baleni

I tuoi discorsi risuonano ancora
come campane di templi buddhisti
- i pellegrini passano e le scuotono.

I miei fedeli sono associazioni
di idee, piccoli gesti, cose futili
- come lucerne sul far della sera
si illuminano perdute memorie.

Le tue parole accurate sono attimi
di vita, le tessere di un mosaico
che non rivelerà mai più l’insieme
ma che concede gli sprazzi di sé.

In quei baleni, in quei lampi ritorna
l’antico amore e ne ricordo il gusto
di rovo, sento l’amara dolcezza.



Immagine © Wallpaperup


2006

lunedì 7 luglio 2008

Sogno milanese

“Vivere vuol dire incominciare
da capo ogni giorno.”

MIGUEL DE UNAMUNO
Per le strade a me note ricercavo
qualche cosa di non ben definito,
forse la mia perduta identità
o solo il lampo secco della gioia.

Il sole mi correva appresso, pieno
di voglia di giocare, come un cane
che festoso scodinzoli girando
attorno alle gambe delle persone.

I palazzi scorrevano via lenti,
soldati tutti in fila alla parata
nelle uniformi tendenti al rubino;
io, come un generale, salutavo.


Fotografia © Daniele Riva


1995

domenica 6 luglio 2008

Con i tuoi occhi

“Come l’amore i cantori sono ciechi”
   FEDERICO GARCIA LORCA
Con i tuoi occhi ho visto il nostro mare,
il colore delle onde alla deriva,
le volte che nuotavi oltre le boe
con il coraggio che io non avevo.

Con i tuoi occhi ho visto la città
riempirsi di luce lungo i Navigli,
vivere di musica sui barconi,
destare meraviglie sconosciute.

Con i tuoi occhi ho visto le mie efelidi,
le iridi verdi dietro gli occhiali
e gli spigoli dell’anima quando
ti ferivo e piangevi silenziosa.

Con i tuoi occhi ho visto la mia vita.



Rafal Olbinski, "Confronto di somiglianze"


2002

sabato 5 luglio 2008

Trama e ordito

Poesia è questa emozione che mi centra
come un pugno lasciandomi stordito,
o come la bellezza di una donna
che ti sorprende fermo a bocca aperta.

Poesia è questo gioco, caso e ricordo
che si vanno intrecciando, trama e ordito
di una stessa stoffa che chiamo sogno
e che forse non è che desiderio.

Poesia, in fondo, è questa vita che scorre.



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Immagine: Kitchens.it

venerdì 4 luglio 2008

L'ora azzurra

Quando la sera cade sulle ortensie,
sugli alberi da frutto del giardino,
l’odore dei tigli si prende l’aria,
diffonde quella sua dolcezza amara.

È l’ora azzurra dell’ultima luce:
la luna già si arrampica nel cielo,
le finestre si accendono dei fuochi
freddi e mobili dei televisori.

È l’ora in cui addomestico i pensieri
davanti alla tovaglia di cerata,
seduto al fresco sulla sedia bianca,
nella penombra anonima del giorno.



Egretta Wells, "Natura morta con ortensie rosa"


2008

giovedì 3 luglio 2008

La violenza del ricordo

Come eravamo stretti nell’abbraccio
a dirci zitti con gli occhi l’amore.
E benvenuta sia questa emozione
se un groppo in gola o la dolcezza nevica
nel mio cuore stordendolo come alcol,
se una lacrima si forma sul ciglio
e la violenza del ricordo mi
costringe a socchiudere gli occhi.


Andre Kohn, "Il bacio"


1996