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venerdì 31 agosto 2012

I pihi

"De Chine sont venus les pihis longs et souples
Qui n'ont qu'une seule aile et qui voulent par couple".
GUILLAUME APOLLINAIRE, Zone

Un'ala io un'ala tu - fu facile
scorgersi e già riconoscersi simili,
unirci per volare finalmente.

E ci librammo in cieli indefiniti,
ad ognuno di essi demmo un nome,
ebbri di vita affrontammo tempeste
e libecciate volando più su.

Ci staccammo - un'ala io un'ala tu:
ora strisciamo sulla nuda terra
rimpiangendo l'azzurro infinito.

 

Pihi

DISEGNO © DANIELE RIVA

 

2012

 

NOTA: Il pihi è un uccello immaginario della mitologia cinese: ha una sola ala, quindi per volare è costretto ad unirsi ad un suo simile

lunedì 27 agosto 2012

Il confine

Com'è labile il confine - in me:
la frontiera è un filo di seta facile
da attraversare, basta che la mente
si disponga al ricordo, che getti
le sue reti e peschi dalla memoria.

Eppure, invalicabile è quel limite,
più di cento muraglie una sull'altra:
è un porto dal quale si salpa un giorno
per non tornare mai più. Dalla nave,
lo sguardo volto indietro, già rimpiangi.


Gonsalves

ROB GONSALVES, “IN SEARCH OF SEA”


2012

domenica 12 agosto 2012

Ombra di luna

Ombra di luna dipinta sui tigli,
il cielo del mattino è un Hokusai
appeso proprio in mezzo alla parete..

Lascio che questo haiku mi sorprenda,
lo sillabo camminando leggero
come quando il tuo amore mi portava
a volare. Rimane quella luna
sottile, anche lei presto svanirà.

 

KATSUSHIKA HOKUSAI, “YODO-GAWA DA SETSUGEKKA”

 

2012

domenica 1 luglio 2012

Balcone estivo (III)

Tu come le falene intorno al lume
ti sei bruciato le ali - ha divampato
solo pochi istanti la fiamma, il nume

preposto all'amore così ha approvato,
sancendo come pena che il tuo volo
d'Icaro sarebbe poi continuato.

Ergastolo del cuore - pensi - solo
in compagnia degli altri, trepidante
per le onde di ieri quando il borsaiolo

del tempo le ha ormai rubate, il furfante
è in fuga e non lo raggiungerai mai.
Questo è il carcere, di luce abbagliante.

 

ZHEN-HUAN LU, “OIL LAMP”

 

2012

venerdì 29 giugno 2012

Balcone estivo (I)

Eccoti ancora qui, seduto su
questo balcone estivo a coltivare
rimpianti, a giocare con i se e i tu,

con i ma e gli io per non dimenticare.
Sono rossi papaveri, ma forti
come fiori d'acciaio su zolfare

di memorie - zizzanie che non orti
colonizzano ma il tuo sentire
e rilasciano frantumi mai morti

di strade non prese e nascoste mire
rimaste a deteriorarsi nell'ombra,
ad inasprire, ad immalinconire.

 

WILLEM HAENRAETS, “UNTITLED”

 

2012

sabato 23 giugno 2012

I fasti di un giovedì rosso

I.

Ancora insiste il rossore del giorno
- cura i tuoi occhi dolcemente stanchi
che non vuoi offrire al sofà del soggiorno,

alla televisione e a quei suoi campi
da calcio, a un vecchio film hollywoodiano.
Ti fermi ad osservare i paesi bianchi

morire nel tramonto, il falsopiano
dove svettano antenne come abeti
di Natale, il cielo sopra Milano

dove immagini i nuovi grattacieli
di Porta Garibaldi frantumare
la luce nei loro infiniti specchi.


II.

Sorridi - hai voglia di raccontare
ancora i fasti di un giovedì rosso,
una sera sprigionata dal mare,

una sera tanto diversa: «Posso
sedermi lì?» così era cominciata
ed era terminata a ridosso

di un'alba fascinosamente ambrata.
Ma a nessuno puoi dirlo, più a nessuno.
Quando la luna sarà tramontata

forse potrai ritrovare qualcuno
che condividerà il gusto del sale,
quel rimpianto di cui tu sei intessuto.


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LEONID AFREMOV, “GOLDEN SUNSET”


2012

giovedì 17 maggio 2012

Un vuoto

Ogni rimpianto che fiorisce lascia
cicatrici sull'anima - così
la chiazza arrotondata del falò
rimane a lungo un vuoto dentro l'erba.

E tu ora mi ferisci - mi ferisco
da me in realtà - tu solamente attrice
con la tua assenza, io protagonista
di questa dolorosa nostalgia.

 

VILHELM HAMMERSHOI, “THE MUSIC ROOM, 30 STRANDGADE”

 

2012

giovedì 7 luglio 2011

La cartolina

La cartolina che non ti ho spedito
- del resto non diceva niente più
dei saluti, casomai un «Ti amo»
infilato di sfuggita - chissà
dov'è andata a finire. Sarà forse
sepolta dentro un libro di poesie
o sul fondo di un cassetto. Comunque,
il suo mare arancione nella sera
è nell'intercapedine del cuore
tra il tuo sorriso e l'ultimo rimpianto.


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Cartolina © GM Milano


2011

martedì 28 giugno 2011

Telefonata

Adesso che mi parli nel telefono
e la tua voce spalanca orizzonti
di ricordi, si perde nelle griglie
del tempo come un residuo prezioso,
è quello che avrebbe potuto essere
a materializzarsi da un passato
che non fu. Sono le strade che il caso
non ha preso e il destino non ha scelto.
Non siamo altro che buoni amici: ogni
tanto ci incontriamo per Milano
o, come oggi, ci telefoniamo.

Il tempo per noi è fatto di presente,
è una serie di ponti interrotti
da quel giorno in cui non ci incontrammo
- fu tua madre a svelare quel fortuito
intoppo, a dire “E pensare che se
quell'estate non fossimo poi andati
a Celle... volevo farvi conoscere”.

Ora mi parli dei bambini, devi
passare ancora a prenderli in piscina,
e il tempo si allarga un po' di più, tende
quel bivio a cui mancammo di sederci
insieme sulla panchina fiorita
dei nostri sedici anni. “Ciao, mi ha fatto
piacere”. Con la comunicazione
si chiude anche quel tempo parallelo.


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Richard Baron, “Phoning it in, Manhattan, 2007”


2011

lunedì 30 maggio 2011

Delle battaglie che mai combattei

Delle battaglie che mai combattei,
dei baci che non ho mai dato, io
non ho nostalgia - se da questa rupe
mi volto e guardo indietro, come tutti,
scorgo macerie e palazzi lucenti,
case incompiute e alti grattacieli.

L'inutile vessillo del rimpianto
giace, calpestato da mille passi.
Sull'armatura, sfolgora il nuovo sole.


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Immagine © DR


2011

giovedì 10 febbraio 2011

Il calicanto

Profuma il calicanto dentro il vaso,
i poeti greci parlano d'amore
e il giorno con lentezza va sciogliendosi
nel bicchiere rosato del tramonto.

Ghiorgos Seferis disegna il tuo viso
e nelle sue parole io intaglio
in questi giorni freddi la tua assenza,
stordito dall'aroma di quei fiori.

 

Irma Bernasconi, “Ramo di calicanto”

 

2011

domenica 18 luglio 2010

Mitridatismo

Io sono un Mitridate di rimpianti,
vaccinato per le disillusioni:
sorbisco la mia dose quotidiana
per assuefarmi alla nostalgia,
per non soccombere a malinconie.
Giorno per giorno, notte dopo notte
così vivo, lontano dai nemici
dal nome fascinoso: sogno, amore...
segnando tacche sul tempo fugace
di questa doratissima prigione.


Sergey Schekhovtsov, “Gabbia dorata”

2010

giovedì 28 gennaio 2010

Volavano i gabbiani

Volavano i gabbiani alti sul mare
dove il pontile ospitava i miei sogni,
vedovi ormai di te, e ti ritrovavo
tra le nuvole e le onde.

______________________ In ogni cosa
parlava il tuo ricordo, orchestra muta
resa schiamazzo, tumultuoso grido
alle mie orecchie, indimenticato
lacerante stridio.

________________ “Tu che facevi?”
urlai nella mia mente. E dov’eri?
Con chi tradivi, ladra dei miei sogni?

Io però ostinato ancora ti amavo
ottemperavo residue speranze,
io sì ti amavo, deluso ti amavo.
E volavano striduli i gabbiani.


Fotografia © A Virginia Share

1997

domenica 11 ottobre 2009

Stato di abbandono

Quella che un giorno fu casa tua… Sono
capitato per caso in quella piazza:
c’era il mercato. Tra le bancarelle
mille colori e sapori e il ricordo
che strusciava lento sulle persiane
scrostate, sui balconi senza fiori.
E l’abbandono di quella tua casa,
di quell’amore mi faceva male.
Passava un tram oltre il mercato: sono
salito in fretta e sono fuggito.

 

© Easy Art

 

1998

venerdì 9 ottobre 2009

Attesa

Guardavo il tempo che fuggiva via:
era il sole che si alzava nel cielo,
l'onda che si frangeva sugli scogli,
il passante svanito all'orizzonte.

Tu non arrivavi, non saresti arrivata
che nel gioco del sogno a spalancare
cortine, nel sollievo del ricordo
a replicare gesti di passione.

Quando mi alzai scuotendo via
la sabbia dai miei pantaloni azzurri
mi parve di spazzare via il tuo amore.


Albert Marquet, “spiaggia di Fecamp”

2009

venerdì 19 giugno 2009

Vento marino

Il vento sa di mare e di riviere
- immagino gli scogli e la battigia
e le cabine a strisce bianche e azzurre.

Ma stasera la fata della spiaggia
non sei tu - bevo caffè e nostalgia
nel serraglio al neon di un autogrill
mentre la luce del tramonto scivola
a coprire i fianchi delle colline.

Il mio rimpianto se lo porta il vento.

 

Daniel Ball, “Evening wind”

 

2009

giovedì 2 ottobre 2008

Caligine

Hanno tagliato il pino delle rose
- ricordi i centrotavola a Natale? -
adesso il paesaggio è cambiato ancora
nella caligine della mattina.

I treni vanno oltre la sbarra a righe
e i sogni mutano come serpenti,
come l'amore si scioglie nel tempo
per tornare se volti la clessidra.

Sulle labbra ho il sale delle tue labbra.


Jean Miele, "Montagne nebbiose"


2008

domenica 27 aprile 2008

Ombre lontane


E se rimpiango, se cedo al perverso
gioco di specchi dei vecchi ricordi,
è perché questa illusione mi nutre
come il sole d’aprile i tulipani.

Ma i pomeriggi perduti rimangono
ombre lontane, gli ombrelli dei pini
li nascondono e come se guardassi
da un balcone altro non posso scorgere
che forme indistinte e baluginii.



Fotografia © Daniele Riva


2008

giovedì 27 marzo 2008

Il gusto del rimpianto

La memoria conosce quel vibrare
d’onde come uno scostarsi di tende
sull’ultimo rossore della sera.

Ne ricostruisce eventi ed antefatti
per rimanere dentro l’illusione
- ragnatela sospesa lungo i giorni.

Ma la ghermisce il ragno del presente,
e resta solo il gusto del rimpianto.


Fotografia © Daniele Riva

2008

sabato 9 febbraio 2008

Un'eco di niente

"Every something is
  an echo of nothing.”
 JOHN CAGE
Una musica che suona nell’aria,
una musica che non riesco a udire:
questo tu sei adesso e non so comprendere
se i tuoi accordi ritmano in minore.

Come lucertola mi sei sfuggita,
neppure la tua coda tra le dita
stanche sono riuscito a trattenere,
nemmeno la tua tana ho ritrovato.

Così rimango sordo ad ascoltare
la canzone che non parla di te,
rimango cieco ad osservare l’ombra
di una lucertola che neanche c’è.


Fotografia © Daniele Riva

2002