- io naufragavo da me, dalla mia
solitudine, tu inseguivi forse
un tuo sogno venato di illusione.
E ci amammo mentre vele o lenzuola
sbattevano al vento e gabbiani in volo
saettavano quali dardi di Atena.
Ma dovetti riprendere il viaggio,
come chi si risveglia da un bel sogno.
JEAN VEBER, "ULISSE E NAUSICAA"
2020
4 commenti:
Lasciammo un segno sul
bagnasciuga
che il mare lo cancellasse
con impegno continuo.
Altra traccia fu donata
ad altro arenile segreto.
Che il vento lo racconti
per sempre
ai naviganti.
Detto in altre parole, proprio così...
Un bel canto d'amore, di grande intensità.
Buona domenica
Grazie, Francesco. Buona domenica
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