Quando vivevi come un sognatore
di amori liquefatti nei tramonti
credevi che le tue poesie volassero
oltre il confine, oltre la barriera.
Adesso sai che contro quelle mura
si schiantarono, che il filo spinato
brano per brano le ha disperse al vento
e che nessun brandello si è salvato.
Ma scrivi, ancora scrivi, ancora sogni.
Fotografia © Christina Randle
2011
6 commenti:
..bella.
...succede...ma finchè si hanno parole nuove ...si deve scrivere da qualche parte.
ciaoo Vania
in effetti, si scrive in primo luogo per se stessi
ma se poi ci leggono anche,
è meglio
questo è lampante... In effetti la poesia fa riferimento a un tempo remoto in cui scrivevo per un amore lontano. Ma anche adesso, dopo tanto tempo, l'assioma resta valido, pur passati gli anni e mutate molte cose.
s', Daniele - continuiamo imperterriti e sempre, a scrivere e sognare.
E' un vitale, imprescindibile, inalienabile diritto della nostra anima di poeti sognatori... ; ))
Verissimo, Luciana...
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