Movimenti di truppe sui confini
sotto cieli di fuoco, sabbia e polvere.
Notizie attese dalla voce seria
di qualche speaker di telegiornale.
Alle fronde dei salici dovremmo
appendere la cetra, come recitano
il Salmo centotrentasei e Quasimodo.
Alle fronde dei salici è sospeso
l'amore. Il ritmo delle sue canzoni
è diverso adesso che il cuore
pulsa al tempo di tamburi da marcia.
È come un segnalibro nello scorrere
delle pagine: resta a ricordare
il punto dove eravamo rimasti,
il giorno in cui scrivevamo sereni
credendo un bacio la felicità.
Però la cetra no, non tacerà:
imbracciata ha forza di parabellum,
ha la potenza acuta della spada,
lotterà perché trionfi la Giustizia,
perché un giorno rinasca sotto i rami
di un albero qualunque, l'amore.
17 settembre 2001
Fotografia © Concordville
NOTA: Naturalmente la poesia, scritta pochi giorni dopo l’11 settembre 2001, si riferisce all’attentato che provocò il crollo delle Torri Gemelle di New York
5 commenti:
Molto toccante,sei riuscito a fare emergere il vero dolore da questa sciagura senza cadere nella facile retorica, molto bella...
La scrissi sull'onda dell'emozione... Ce n'è un'altra più immediata, del 13 o 14 settembre 2001, "Una nuova Spoon River" , che indaga dal punto di vista umano, la metterò l'anno prossimo per il decennale...
Posso pubblicarla?
...un "presente/toccante" ricordo.
ciao Vania
sì, stella... scusa il ritardo, sono stato fuori tutto il pomeriggio
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