Il mezzogiorno accendeva d'estate
la via tra i grandi palazzi costruiti
di luce e calce. Come una dea apparve
con il vestito azzurro e onde dorate
tra i capelli. Flessuoso il passo, andava
verso le belle vetrine del centro.
Mi salutò, la salutai. Qualcosa
sbocciò, scoccò una scintilla nel cuore.
Ma lei non vide, lei non vide il fulmine:
restò nella faretra il dardo di Eros.
Particolare di un dipinto di Raffaello Sanzio
2010
2 commenti:
...commento prima il dipinto...
...sempre piacevole...vedere questo quadro...anche una parte...sarà...che adoro gli angeli :)
come sempre dico...che peccato che Lei..non lo vide.
ciaoo Vania
Sì, questa poesia in effetti è un esercizio accademico, provare a vedere l'effetto che fa... Mi piaceva l'immagine del colpo di fulmine ignorato e l'ho rivestita di versi. Un po' di autobiografia c'è sempre, come in ogni cosa che scriviamo.
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