Lascia che ti racconti della luce,
di come cada radente dai monti
e affilata più di una lama tagli
le creste riversandosi in città.
di come cada radente dai monti
e affilata più di una lama tagli
le creste riversandosi in città.
Io c’ero - quell’estate, quell’inverno
io c’ero e l’autunno e la primavera
e portavo al guinzaglio la mia angoscia
e contavo i tramonti sulle dita.
io c’ero e l’autunno e la primavera
e portavo al guinzaglio la mia angoscia
e contavo i tramonti sulle dita.
Lascia che ti dica di quel fiume,
di come il sole in esso si frantumi
e riverberi gli occhi di chi guarda
assorto dalla spalletta del ponte.
di come il sole in esso si frantumi
e riverberi gli occhi di chi guarda
assorto dalla spalletta del ponte.
Io c’ero - e vidi i papaveri rossi
passare ed i ciliegi farsi bianchi
e aspettavo che l’alba si levasse
e raccontavo allo specchio di te.
passare ed i ciliegi farsi bianchi
e aspettavo che l’alba si levasse
e raccontavo allo specchio di te.
Fotografia © Daniele Riva
2006
1 commento:
L'ho riletta più volte e - ogni volta - un plauso all'autore. Ciao
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