Una conchiglia posata sul tavolo,
piccolo sogno di mare lasciato
a dormire sul legno levigato,
basta a evocare parole perdute.
Il tuo ricordo nasce come Venere
nel dipinto di Sandro Botticelli,
emerge sopra tutto, si riprende
la mia mente, la riempie di te.
2018
Sotto cieli di nuvole spumose
il mare apparso oltre la passeggiata
era già memoria - eri già memoria
tu che aspettavi sotto l’ombrellone.
In quel momento già sapevo che
la borsa di paglia e i tuoi short appesi
sarebbero entrati nel mio mito.
Sei rimasta la dea del ricordo.
2018
Da questi sogni ad occhi aperti sboccia
un mondo di lune e di arcobaleni
che stracciano cieli di bianche nuvole.
Tu danzi al ritmo del vestito rosso,
rosa di flamenco, signora nobile
di tutti questi miei castelli in aria.
E puntelli le bolle di sapone,
ne ricuci le crepe quando scoppiano.
2018
La poesia è la luce che si riflette
sulle elitre di smeraldo cromato
della cetonia - un piccolo miracolo
di metallo nel cono di una calla.
Ti sorprende con la sua bellezza,
ti invita a avvicinarti a quel colore
brillante, a quei riflessi trascendenti
e ti regala ancora un'emozione.
2018
La luna ci parla - dal suo triclinio
di dea pontifica sull’amore
che ci lega, illumina con i raggi
quel filo che nessuno vede e dice
le parole che vogliamo sentire.
«Sono già incise dentro i vostri cuori»
sussurra da una nuvola leggera,
«basta soltanto che le ricordiate».
2018
La notte adesso è finita e gli uccelli
cantano la preghiera del mattino
- l’amore è inciso sulla nostra pelle,
marchiato a fuoco sopra i nostri cuori.
Il giorno gioca a palla con il sole,
lo fa salire sopra la pineta
- il tuo corpo e il mio corpo per strada
serbano memoria di me e di te.
2018
Macina tempo il mulino e inargenta
cieli - la memoria ha un gusto di ferro
e pone sui tuoi seni bianche nuvole,
stendardi di un Don Chisciotte mai vinto.
Sogno o ricordo, segno o desiderio?
I fili si sono ingarbugliati,
districarli è divenuto impossibile.
Avanzo verso il giorno e tu sei notte.
2018
