Vento di marzo filtra tra finestre
limpide dove il cielo è d’acqua chiara,
e d’acqua torrentizia è il suono cupo,
d’acqua di mare che mugghia in tempesta.
È vento che alla primavera dà
la scossa, rombo nel sangue, risveglio
di piante violentate dal maestrale;
le foglie vecchie, i rami senza vita
fuggono in gorgo sopra l’erba nuova.
Segna il confine tra le fredde nevi
e le sere dolcissime di aprile
– e come terra di frontiera mutua
da ogni stagione mischiandole in sé.
LISA BERKSHIRE, “THE MARCH WIND”
2006