venerdì 7 maggio 2010

Sognami amore

Immerso nei pensieri, nei silenzi,
seduto su un divano ad ascoltare
"The Dark Side of the Moon" o "L'Estro armonico",
leggendo le poesie di Luzi o un classico.

Come quando eri con me... Le abitudini
sono malerbe che non puoi estirpare.
Però ti viene facile sognarmi
talvolta, per gioco o malinconia.

Sognami, amore: io ancora ti sogno.

Cammini per le strade cittadine
con il tuo passo flessuoso di dea,
aggiusti i conti al tavolo in cucina,
allo specchio regali i tuoi sorrisi.

Come quando ero con te... Ed i ricordi
sono preziosi racchiusi in uno scrigno.
Così mi viene facile sognarti
talora, per amore o nostalgia.

 

Edward Hopper, “Eleven a.m.”

 

2002

giovedì 6 maggio 2010

La partita a scacchi

  “Perché, che altro c’è al mondo
    oltre gli scacchi?”

    VLADIMIR NABOKOV

I. Apertura

Eravamo bambini e mi insegnasti
il gioco degli scacchi nella casa
antica e fredda presso la stazione.
“Forma la mente, ti induce a pensare,
comporta scegliere e anche rinunciare”.
Era una sera d’inverno, mio padre,
tuo padre nell’altra sala parlavano
di qualche cerimonia militare.

II. Gambetto di donna

Ti ritrovai su un treno, andavi a Bergamo
a scuola, tanti giorni percorremmo
tratti di strada sullo stesso passo,
camminavamo con le nostre borse
sul lungo viale degli ippocastani
per poi dividerci sul Sentierone:
io seguivo il mio greco e il mio latino,
tu prendevi appunti di matematica.

III. Arrocco

Un giorno, tanti anni dopo, ti vidi
a Foro Bonaparte: lavoravi
per un colosso della biogenetica.
Passavi frettolosa nella via
come dimentica di me, del tempo.
Divisi qualche panchina con te
e qualche pasto parlando di viaggi,
di libri letti, di film, di persone.

IV. L’alfiere dà scacco

“Anni fa, passeggiando in una strada
dove già le mimose erano in fiore
un amico informato mi disse
che tu da poco tempo eri sposata...”

Lo seppi anch’io così, e ne ho sofferto
proprio come il poeta Nicanor Parra
e come lui ripenso a te sposata
quando fiorisce gialla la mimosa.

V. Finale di donna

Adesso sei qui, dentro casa mia,
bella nel corto giubbino di jeans,
l’esuberante timidezza accesa
da una risata fugace. Mi perdo
nel momento in cui avvicini il tuo viso,
le labbra, e cado nel bacio più dolce.
Non mi rimane tempo per pensare,
non me ne hai lasciato, il fatto è compiuto.

VI. Scacco matto

“Il re è l’unico pezzo che non puoi
prendere, devi dargli scacco matto”.
Anna, ci hai messo vent’anni per vincere
quella partita iniziata muovendo
un piccolo pedone nella casa
che non abiti più. Mosse azzardate,
errori da entrambe le parti
ma adesso per il mio re è scacco matto.

 

DIPINTO DI LAYACHI HAMIDOUCHE


2002

mercoledì 5 maggio 2010

Una mappa 1:1

Tutti i miei ieri sfuggono alla rete.
Mi ci vorrebbe una nassa finissima
per catturarli e tenerli con me.
Mi ci vorrebbe un altro tempo pari
a quello che vivo, passato e presente
fusi o almeno su linee parallele.
E, come l'imperatore di Borges
che fa tracciare una mappa 1:1,
dovrei vivere e rivivere i giorni.


Fotografia © Thjm


2010

martedì 4 maggio 2010

Le gallerie del tempo

Nell'oscuro silenzio della notte
- le gallerie del tempo dove vai
con flebile lanterna e passo cauto -
un'altra volta lento mi avventuro.

Io archeologo di me stesso, di giorni
accatastati, cocci polverosi,
pezzi d'oro e d'argento che risaltano
alla fiamma se soltanto li sfiori.

Ma sono come uno che sogni, passo
da un luogo all'altro, da una storia all'altra,
senza trovare che pochi frammenti.

 

Denis Thorpe, “Portrait of a miner, Manton Colliery, 1984

 

2010

lunedì 3 maggio 2010

Il quid

La donna che profuma di vaniglia
si aggiusta un orecchino per la strada
e porta il tuo sorriso nel mattino.

Io l'ho riconosciuta in mezzo a mille
come conosco il passo , l'andatura,
la curva dello zigomo, i capelli.

Piccole parti della tua essenza,
il "quid" che mi ha fatto innamorare.

 

Thomas Henry, “Portrait of a woman”

 

 

2010

domenica 2 maggio 2010

L’equivoco

Forse l'equivoco si rovesciò
e versò sabbia dentro la clessidra.
Forse soltanto non riuscii a capire
che avrei dovuto abbracciarti forte
quella sera sull'orlo dell'abisso.
Tempo oramai è passato, tempo è trascorso
e i miei gesti rimasti nelle mani
si sono trasformati in spine acute
che qualche volta straziano le vele.


Illustrazione di Don Blanding

2010

sabato 1 maggio 2010

Giardino d’Oriente (Kota Radja)

L’ispirazione è un ciliegio fiorito.
Quando una brezza lieve ruba qualche
petalo bianco e simula la neve
ti sembra di sentire i campanelli
in quel giardino d’Oriente vestito
d’aprile dove gli uccelli dai rami
si alzano in volo nel rosso tramonto.


Fotografia © Qype

1989