Lattiginoso cielo di ricordi,
nuvole vagabonde alla deriva,
gabbiani spaventati dal maestrale
Però il mare mi resta così vivido
nella memoria, splende dentro gli occhi
come se fosse in me, come lo avessi
dentro di me, solcato di marosi,
come se sollevasse spruzzi quando
batte nell’anima e non sui piloni
anneriti dai mitili, come se
impregnasse di sé non la battigia
ma tutto quanto il mio essere da sempre.
Weiland, “Wall of glass”
1998