Il telamone dorme sulla rena.
Il tempo si è fermato ad Agrigento,
non fosse la città moderna stesa
sulla collina come una coperta
o quel lungo viadotto autostradale
che appare all’improvviso dietro il Tempio
di Castore e Polluce oltre le piante.
La guida sotto l’ombrellino a fiori
parla con voce monocorde e triste:
ha ripetuto troppe volte il gesto
delle vestali, la storia di Zeus.
Non somiglia alla ragazza bruna
che perse il pettine nella poesia
di Quasimodo in questo stesso posto.
Ma il telamone giace nella polvere,
corroso dai secoli e dalle piogge,
dal vento caldo del Mediterraneo:
il gigante ferito sembra dirmi
che il tempo non si ferma proprio mai.
Neppure lungo i templi di Agrigento.
Telamone al Tempio di Zeus di Agrigento (Foto: Vedi Tour)
martedì 13 gennaio 2009
lunedì 12 gennaio 2009
Sera milanese
Mi rifletto nello specchio di un tram
qui, davanti al Castello e alla fontana,
e scende piovigginosa la sera
sullo smeraldo verde dei semafori.
Fotografia: Comune di Milano
qui, davanti al Castello e alla fontana,
e scende piovigginosa la sera
sullo smeraldo verde dei semafori.
Fotografia: Comune di Milano
domenica 11 gennaio 2009
Il sogno smarrito
”That holy dream!”
That holy dream!
EDGAR ALLAN POE
Alla luce dell’alba, in quell’incanto
di cielo, smarrii un sogno tanto bello.
Lo cercai inutilmente fino a sera
dietro a un ricordo, in mezzo ad un rimpianto.
Ho ispezionato perfino il cestello
dei panni sporchi: non c’era, non c’era!
Poi sono andato a letto e l’ho trovato:
giaceva sul cuscino, addormentato.
Andrew Wyeth, "Master bedroom"
sabato 10 gennaio 2009
Il santuario dell'amore
Eccolo il santuario dell'amore,
il pontile proteso verso il mare
per sentirsi a mezzo tra terra e cielo.
In quel luogo sospeso ci trovammo,
magneti attratti da una forza opposta,
ed unimmo le bocche dentro il nulla.
Eros rideva appollaiato al vertice
della tettoia azzurra di lamiera,
il suo dardo aveva colto il bersaglio.
Il vento stesso ci sembrava spingere
l'uno sull'altra, contro la balaustra.
Sotto il mare, geloso, ribolliva.
Ora è deserto il pontile e lo guardo
da solo in questa giornata di sole.
Il mare, tranquillo, pare una tavola.
il pontile proteso verso il mare
per sentirsi a mezzo tra terra e cielo.
In quel luogo sospeso ci trovammo,
magneti attratti da una forza opposta,
ed unimmo le bocche dentro il nulla.
Eros rideva appollaiato al vertice
della tettoia azzurra di lamiera,
il suo dardo aveva colto il bersaglio.
Il vento stesso ci sembrava spingere
l'uno sull'altra, contro la balaustra.
Sotto il mare, geloso, ribolliva.
Ora è deserto il pontile e lo guardo
da solo in questa giornata di sole.
Il mare, tranquillo, pare una tavola.
Argomento:
amore
venerdì 9 gennaio 2009
Le prime parole
“Mi ha detto poi, con gentilezza:Quelle prime parole che lei disse
ti voglio bene, perché sei tanto triste.”
HERMANN HESSE
mi suonarono quasi di rimprovero
per quegli anni gettati a rincorrere
le sere azzurre della nostalgia.
Non sapeva – neppure io sapevo –
che poi sul vaporetto avrei pianto,
che il suo ricordo sul ponte di Rialto
sarebbe stato doloroso e nitido,
una celebrazione, quasi un rito
annunciato dal luogo stesso: l’acqua
maleodorante, il dissolvimento
della città nella laguna verde.
Ricordo ancora le prime parole
che lei mi disse: a distanza di anni
suonano come una poesia imparata
a memoria, ma sono la mia vita.
Carol De Mumbrum, "Coppia su una panchina"
1991
Argomento:
amore
giovedì 8 gennaio 2009
Augurio di gennaio
“Come il destino tra la mano e il fiore.”Aspetto il tuo sorriso in una via
CRISTINA CAMPO
come un refolo di vento, una luce
che ai rami raschi la malinconia.
Il sole dell’inverno ti conduce
a me in un giorno di monti lontani
nel primo pomeriggio. Dalla neve
discende l’aria fredda che i gabbiani
si portano al nido nel giorno breve.
Nessun incontro, nessuna parola:
soltanto l’attimo fuggito al volo
nel lieto sventolio del tuo cappotto.
E l’anno dolcemente mi consola
con questo augurio di gennaio, solo
un’immagine che il caso ha prodotto.
Ernst Ludwig Kirchner, "Berliner Strassenzene"
2005
mercoledì 7 gennaio 2009
La luce
Più non ricordo, tutto ormai è svanito
- un'eclisse al contrario ha cancellato
tutto quel mondo che si rivelò
colpito dalla luce in quel momento.
La luce. Questo rimane: la luce.
Il faro concentrato sopra un punto,
tutto il contorno sbiadisce, si perde,
diventa ombra, ovvero il non conosciuto.
La luce. Il piccolo dettaglio reso
punto focale, granello di polvere
che in quell'istante diviene universo
E tutto intorno, nel buio, il nulla.
- un'eclisse al contrario ha cancellato
tutto quel mondo che si rivelò
colpito dalla luce in quel momento.
La luce. Questo rimane: la luce.
Il faro concentrato sopra un punto,
tutto il contorno sbiadisce, si perde,
diventa ombra, ovvero il non conosciuto.
La luce. Il piccolo dettaglio reso
punto focale, granello di polvere
che in quell'istante diviene universo
E tutto intorno, nel buio, il nulla.
Fotografia © Asim Alnamat/Pexels
2006
Argomento:
memoria
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