29 Aprile
E in questa uniforme di tuo soldato
con Ungaretti vado ripetendo…
Ma non avevo ancora la divisa
quel ventinove aprile ottantotto:
con i blue-jeans e il giubbetto
a quest’ora aspettavo mi chiamassero,
seduto al cinema della caserma.
Le ore passavano lente e noiose.
Calò la sera e il tempo corse via:
impronte, dati, la visita medica,
le iniezioni, lenzuola e cuscino,
e poi la branda che mi fu assegnata.
E in questa uniforme di tuo soldato
quel giorno, Italia, ti donai me stesso.
30 Aprile
Il sole si spalancò sulle chiome
dei tigli, verdi teste di soldati.
E dal mio sonno fui catapultato
sui pavimenti di mattoni rossi.
La luce era d’altri posti, sconosciuti.
Casa, la palladiana, era lontana.
E mi vestii delle nuove emozioni,
condividendo il mio mantello d’uomo.
Dopo pranzo trovai la città nuova
e un amico che m’indicò la strada.
Guardammo il fiume scintillare a lame
sotto l’acciaio aspro della panchina.
E saldammo il nostro patto bevendo
spuma bionda al Gasthof della stazione.
1° Maggio
Quell’anno era domenica la Festa
del Lavoro - primavera lussuosa
lungo il fiume, ragazze a passeggiare
sul finire degli Anni Ottanta, perse
nel languore decadente di un’epoca.
L’amico conosceva la città
e mi guidava per strade a me ignote.
Il tempo era un’incognita per noi
ma contavamo già i giorni al traguardo,
seduti tra le aiuole del centro.
Non avevamo neanche noi una meta,
come quelle ragazze colorate:
attendevamo annoiati che
la luna ci riconducesse a casa.
2006