Adesso un cielo di damasco azzurro
copre fossati e merlature, scende
fino a chinarsi nel quarzo dell'acqua.
Dove tu sei. Dove la città si apre
allo sguardo e libera le sue doti
come un volo di uccelli nella sera.
Dove non sono. Qui un vetro di pioggia
si frappone tra me e un giardino verde,
prepara un grigio, umido tramonto.
Ma siamo nella stessa nostalgia.
RAFAL OLBINSKI, "NASCONDINO"
2024
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