Così io vago per mari vinosi
con la mia nave fatta di poesia
- trireme? pentecòntera? piuttosto
guscio di noce o barchetta di carta.
E tu sei la Penelope che attende
il mio arrivo, seduta là in cucina.
E non lo sai che la tela che fai
e disfai è il mare sul quale navigo.
RAFAL OLBINSKI, “TACITA CONFESSIONE”
2016
1 commento:
L'aspetto più geniale della tua poesia? L'irripetibile.
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