Io scrivo lettere che non spedisco:
le giro e le rigiro tra le mani
e poi le strappo e le regalo al vento
perché ne faccia neve o bianchi petali.
Le guardo volteggiare nel febbraio
o nell'aprile, galleggiare lente
sull'afa di agosto - ed è il mio cuore
che ho strappato brano a brano, è il mio amore.
Fotografia © Torim Grajeda
2011
4 commenti:
...molto molto bella.
...comunque diventano di "qualcuno" ....o "qualcosa".
Ciao Vania
in effetti, alla fine, quelle lettere strappate sono le mie poesie...
"ed è il mio cuore
che ho strappato brano a brano,
è il mio amore"
Bellissimo!
perchè non sono le parole che vengono a mancare, piuttosto il senso di pronunciarle
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